Leonardo Lamma, cinque indagati per la sua morte su Corso Francia a Roma: tra loro la comandante dei vigili

Leonardo Lamma

Contenuti dell'articolo

Poteva essere evitata la morte di Leonardo Lamma? A oltre tre anni dalla tragedia, la procura dice sì. Il 19enne romano, che ha perso la vita il 7 aprile 2022 cadendo dalla moto su Corso Francia, a Roma, potrebbe essere stato vittima non solo di un tratto stradale dissestato, ma anche di una lunga catena di negligenze e omissioni. Ora sono in cinque a rischiare il processo per omicidio stradale, tra cui la comandante della polizia locale del XV Municipio e l’ex dirigente del Simu, già sotto inchiesta per altre tragedie simili.

Corso Francia, transenne rimosse troppo presto

Il nodo dell’inchiesta è tutto in quel rattoppo provvisorio sull’asfalto, copertura temporanea dopo la rottura di una tubatura Acea. Il dosso, pieno di dislivelli, avrebbe dovuto restare segnalato e transennato fino al completamento dei lavori, previsto proprio per la sera di quel maledetto 7 aprile. E invece, secondo i PM, le transenne sono state rimosse giorni prima, lasciando la strada esposta e pericolosa. Leonardo, che percorreva il tratto a circa 75 km/h, ha perso l’equilibrio proprio in quel punto critico. Stava quasi riuscendo a controllare la moto, ma una manovra azzardata di un furgone lo avrebbe disorientato definitivamente. E il ragazzo ha sbattuto contro lo spartitraffico. E per lui non c’è stato nulla da fare.

Una scia di responsabilità

Secondo l’accusa, le responsabilità sono condivise. La comandante dei vigili avrebbe dovuto impedire la rimozione delle transenne. Il dirigente del Simu, lo stesso coinvolto in altri due incidenti mortali sulla Tangenziale – le due amiche Giorgia Anzuini, 20 anni, e Beatrice Funariu, 22 anni, decedute la notte dell’11 luglio del 2022 dopo un salto di corsia, e Giacomo Sabelli, lo studente 22enne originario di Casera morto sull’Olimpica dopo aver perso il controllo della sua auto – era tenuto a vigilare sulla sicurezza del tratto stradale. Nel mirino anche il responsabile Acea e l’imprenditore incaricato dei lavori, che – pur conoscendo i rischi legati al manto stradale provvisorio – non avrebbero dovuto lasciare quel tratto privo di protezione. Infine, è indagato il conducente del furgone che, con una manovra improvvisa, avrebbe confuso Lamma nel momento più critico.

Tre archiviazioni respinte dai genitori

La svolta arriva dopo che il giudice per le indagini preliminari ha respinto ben tre richieste di archiviazione presentate dalla Procura. Decisiva, su spinta dei genitori Paola e Stefano Lamma, assistiti dagli avvocati Massimiliano Capuzi e Antonio De Fazi, è stata la nomina di un nuovo consulente, l’ingegnere Lucio Pinchera, che ha ribaltato le conclusioni del precedente perito, ex appartenente alla Polizia Locale, ritenuto in conflitto d’interesse.

A supportare la ricostruzione anche i consulenti della famiglia Lamma, Francesco De Gennaro e Mario Scipione, secondo cui se le transenne fossero rimaste al loro posto, Leonardo non sarebbe mai passato su quel dosso.

Corso Francia, un luogo segnato dal dolore

La morte di Leonardo è avvenuta a pochi metri da dove, nel 2019, persero la vita Gaia e Camilla, investite nella stessa via. Una tragedia che continua a pesare sulla coscienza collettiva di Roma. E proprio lì, sotto al viadotto, un murale ricorda tutti e tre i ragazzi. Vittime diverse, stesso tratto maledetto. Stessa domanda: quanto poteva essere evitato?