Enrico Letta: “A fianco dei nostri amici polacchi”. Ma non lo aveva definito un Paese di serie B?

Chissà cosa crede di fare Enrico Letta, segretario uscente del Pd dopo il disastro combinato alle elezioni proprio per questi suoi comportamenti ambigui. Subito dopo l’incidente dei missili russi sulla Polonia, il super segretario dem ha velocemente twittato la sua solidarietà. “A fianco dei nostri amici polacchi in questo momento drammatico, carico di tensione e di paure. Quel che succede alla Polonia succede a noi”. Ma, se non ricordiamo male, nella sua foga anti-meloniana, a settembre Letta aveva definito Polonia e Ungheria Pesi di serie B. “Noi possiamo stare, come Paese fondatore, nella serie A dell’Europa ma se in Italia vince la destra sul modello dell’Ungheria e della Polonia, allora l’Italia rischia di andare in serie B”, aveva detto colui che poi avrebbe perso rovinosamente le elezioni.
Nonostante Letta, l’incidente è tutto da verificare
Intanto l’incidente è tutto da verificare. Persino gli Usa, nemici giurati di Mosca, aspettano prima di parlare a sproposito, cme invece fa il perdente delle elezioni politiche italiane. Gli stessi polacchi ammettono che c’è del caos informativo, e che probabilmente la contraerea ucraina ha abbattuto un missile, i cui frammenti sono caduti in territorio polacco.

Mosca: “Quelli mostrati non sono missili nostri”
Decisa poi la smentita di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha infatti chiaramente e inequivocabilmente dichiarato che “i missili mostrati dalle immagini polacche non sono i nostri”, e “che nessun lancio di razzi c’è stato in quella zona”. Si tratta, per i media, di una fonte governativa, una fonte ufficiale, e va tenuta nel debito conto. O sono valide solo le notizie diffuse da Kiev? Però Letta sa tutto, e la sua affermazione “quello che succede alla Polonia succede a noi” sembra voler spingere, così come è formulata, a un’escalation del conflitto. Tra le cose che Letta ignora, però, c’è anche il fatto che la reazione armata della Nato non è automatica. Ossia, deve essere Varsavia ad attivarla. E non ci sembra che per ora voglia farlo. Anche perché la dinamica dei fatti è tutt’altro che chiara.