La premiata coppia Letta Zan pronta a fare danni in Parlamento

Meraviglioso Letta, con quella sua fissazione chiamata legge Zan. Che poi legge non è mai diventata perché ci ha pensato il Senato a non farla approvare proprio per l’incaponimento infantile a rifiutare il dialogo col centrodestra.
Tutto finito, macchè, tra Zan e Letta ci deve essere un solidissimo rapporto al punto che il segretario del Pd vuole stressare di nuovo il Parlamento, alla scadenza dei sei mesi nei quali non si può ridiscutere una proposta bocciata.

La guerra? La pandemia? La spesa del Pnrr? Le bollette? I referendum sulla giustizia? Niente è importante per Enrico Letta quanto una botta di vita a zonzo tra le due Camere (quelle parlamentari ovviamente) per far perdere tempo al Parlamento negli scampoli di una legislatura data da tutti come morente. Nuovi danni.
A volte c’è davvero da dubitare sulle capacità di analisi di certi leader politici, almeno sulla tempestività delle loro iniziative. Se davvero volesse tenere sgombra da ostacoli la strada del governo Draghi, Letta si asterrebbe dall’assumere la guida di battaglie molto divisive. Evidentemente il suo pensiero è altrove, fiuta elezioni anticipate e ha bisogno di manifesti propagandistici.
Che vuole scodellarci sull’omotransfobia. Ma si torna al punto di partenza, come al gioco dell’oca. Anche perché nessun partito gli regalerà un palcoscenico vittorioso e che lui, il segretario del Pd, vuole invece portare a casa.
Se non tratta sui punto nodali della legge, anche stavolta gli andrà male. Ma per lui sarà comunque positivo perché racconterà che ci penserà nella prossima legislatura durante la campagna elettorale. Un disegno così cinico ha dell’incredibile.
Perché si abbatterà sulle spalle delle persone omosessuali che continueranno a restare prive della tutela normativa a cui tengono. Ma che c’entra poco con l’identità di genere e con il coinvolgimento dei bambini fin dalla scuola.
Il rischio è quello di incendiare di nuovo le aule parlamentari in uno scontro politico che non porterà a nulla allo scopo di tornare a votare. Contento lui…