“Lezioni di tiro a scuola”. Fazzolari smentisce La Stampa: “Solo fake news”

Fazzolari, tiro

“Sono veramente affascinato da come si riesca a inventare una notizia e poi a commentarla per tutto il giorno”. Così il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, parlando fuori dalla Camera con i cronisti in merito al caso del giorno, che lo ha investito in prima persona.

Un caso nato da un articolo pubblicato sulla Stampa. Titolo: “Il piano di Fazzolari per i giovani: ‘Insegniamo a sparare nelle scuole'”. Sottotitolo: “Grande sponsor delle armi corte, il sottosegretario e numero due di Meloni ha chiesto un tavolo al consigliere militare”.

Fazzolari: “Notizia totalmente inventata”

“La notizia è totalmente inventata: nessuno ha mai parlato di insegnare il tiro a segno nelle scuole, nessuno ha mai parlato di ‘scuole e moschetto’: ma la Stampa ha deciso di dedicare grande spazio a questa notizia arrivando pure alla bizzarra idea di intervistare uno psicologo su una notizia inventata” afferma il sottosegretario, spiegando: “Che cosa stavo dicendo al generale Federici, consigliere militare del premier Meloni? Due cose che nulla hanno a che fare con la scuola. La prima è quella di cercare di capire, magari con un tavolo tra forze armate e forze di polizia, come ottimizzare l’addestramento degli uomini dello Stato che portano un’arma, perché forse non tutti sanno che i continui tagli di personale, di tempo e di risorse fanno sì che la possibilità di addestrarli sia diminuita e questo con il passare del tempo diventa un problema”.

Il sottosegretario smentisce il quotidiano diretto da Giannini

“Quindi vogliamo migliorare l’addestramento di forze armate e forze di polizia”. Il secondo aspetto, continua Fazzolari, “è di tutt’altra natura: oggi esiste la possibilità per gli atleti di svolgere la propria attività presso forze armate e di polizia, e in questa chiave vediamo spesso i nostri migliori atleti alle olimpiadi. Ma non esiste un collegamento tra le discipline sportive ‘attinenti’ e le forze armate e le forze di polizia. Ad esempio paracadutisti, sommozzatori, alpinisti, scalatori, tiratori e via dicendo praticano discipline che forze armate e forze di polizia possono reputare attinenti, ma non esiste oggi un canale privilegiato di assunzione per queste persone”.

“Negli scorsi mondiali di tiro dinamico in Thailandia – continua – l’Italia ha conquistato tantissime medaglie d’oro. Siamo campioni del mondo a squadre maschile e femminile di tiro dinamico, ma questi atleti non hanno un canale privilegiato di assunzione verso forze di polizia e forze armate, quando il livello di addestramento dei nostri uomini è sempre più difficile. Di questo parlavamo con il generale Federici, come questo sia diventato ‘insegniamo nelle scuole il tiro a segno’ è cosa per me del tutto ignota”. “Sono un appassionato di tiro – conclude Fazzolari – ma devo dire che non è un’attività particolarmente impegnativa dal punto di vista fisico, quindi i ragazzi nelle scuole è meglio che facciano nuoto, corsa, atletica ecc. Per il resto ci sarà tempo quando saranno più grandi”.