Chiude la libraia rossa che censura il libro di Giorgia Meloni

Libraia rossa Meloni

Stavolta chiude davvero la libraia rossa di Tor Bella Monaca, Alessandra Laterza, che non vuole Giorgia Meloni tra i suoi scaffali.

Alessandra Laterza ha annunciato per l’ennesima volta che dovrà lasciare i locali dove opera la censura e grida da facebook che c’è una specie di complotto contro di lei. Ma come, l’unica libreria di Tor Bella Monaca, scrive. E proprio perché è l’unica, se è vero quanto dice, non si poteva permettere discriminazioni. Non è lei la Custode del Pensiero Unico.

Chiude la libraia rossa anti Meloni

Ha perso clienti e soldi. Certo, rinuncia a quell’Io sono Giorgia che ha venduto altrove tantissime copie. Strilla di essere libera e indipendente, e invece è semplicemente un’avversaria politica che non si rende conto che è la cultura a dover essere libera di diffondere idee, tutte le idee. Non solo quelle della libraia rossa anti Meloni.

I locali sono – erano? – nel centro commerciale Le Torri, il che già di per sé offre una posizione di vantaggio a chi se li accaparra. Quattro anni d’affitto per 180 metri quadrati, con 1200 euro mensili il primo anno, poi 1500, poi 1800 e infine 2200 a regime dal quarto anno.

Se non paghi è ovvio che ti cacciano

Se non paghi, il proprietario ti caccia. È un privato e magari ha altre offerte.

Certo, c’è stato il Covid e quindi le difficoltà. Ma ora non c’è più e il titolare delle mura vuole 2000 euro al mese. Dice il presidente del municipio Nicola Franco, di Fdi, al quale dispiace “quando chiude una serranda”, ma sa anche che “bisogna tenere sempre conto della realtà”. Traduzione: la libreria puoi anche fartela in un locale più piccolo e meno prestigioso. E magari ti permetti tutte le censure sbagliate che vuoi.

Non è colpa della Meloni se la libreria chiude, signora Laterza, ma di scelte sballate dal punto di vista commerciale: non è, non deve mai apparire, una sezione di partito mascherata. Tutto qui.