Liceo Tasso, i presidi: dalle occupazioni danni a quei ragazzi che non sono figli di papà
“Le occupazioni delle scuole sono un deprecabile cliché tutto italiano, perché all’estero queste cosa non sanno neanche cosa sono. Fanno perdere giorni di lezione che non sarebbe molto grave per i ragazzi che hanno alle spalle famiglie solide e benestanti, ma possono invece avere riflessi più negativi su quei ragazzi che non hanno alle spalle famiglie di questo tipo, e che per loro la scuola è l’unica agenzia formativa, la loro unica possibilità di successo o di riscatto sociale”. Lo ha detto all’Adnkronos Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi sulla situazione del Liceo Tasso di Roma dopo le occupazioni evidenziando “i danni ingenti che le occupazioni producono, danni del patrimonio pubblico che noi tutti paghiamo con le nostre tasse”.
Sembra che in questo Paese il rispetto delle regole si sia completamente smarrito come valore
Sulle polemiche del preside del Liceo Tasso troppo severo, Giannelli ha risposto con forza sulla necessità del rispetto delle regole: “Sembra che in questo Paese il rispetto delle regole si sia completamente smarrito come valore, leggo le polemiche sul preside del liceo e vorrei evidenziare che il dirigente scolastico ha un regolamento da applicare, non è che il preside è buono se non sanziona nessuno, ed è cattivo se sanziona. Ci sono delle regole a cui si deve attenere, come vi si devono attenere i docenti e tutti”. Regole e sanzioni troppo severe? “Se così fosse i genitori, se ritengono che vi siano motivi per opporsi a tali sanzioni hanno tutti gli strumenti per farlo: dagli organi di garanzia scolastici fino al Tar.
Così gli interessi del singolo rischiano di prevalere su quelli della collettività
In un Paese civile – sottolinea ancora Giannelli – non esiste l’arbitrio totale di colui che esercita il potere e che di volta in volta aggiusta procedure e sanzioni sulla base di chissà quale sensibilità: il risultato di tutto ciò è il lassismo, al quale siamo praticamente giunti. Credo che si sia perso il valore del rispetto delle regole e senza questo ognuno pensa di poter fare quello che vuole senza conseguenze”. “Le regole, le norme possono essere fastidiose, ma demolendole e non dando loro la giusta importanza ecco che i ragazzi si sentono liberi di fare come vogliono e gli interessi del singolo rischiano di prevalere su quelli della collettività. – ha detto ancora Giannelli -.
Le regole non possono essere un optional
Una società evoluta vuole regole forti, comuni, condivise e tutti devono rispettarle, non possono essere un mero optional. Dal rispetto delle regole deriva anche il senso di responsabilità, il rispondere delle proprie azioni e se si pensa che alle proprie azioni non si debba rispondere perché la sanzione è troppo severa allora ci ritroveremo con degli adulti che non pagheranno le tasse, ad esempio, o che si sentiranno liberi di poter fare azioni deprecabili: il mancato rispetto delle regole è il degrado della società. Intendiamoci, non sto dicendo che norme e regole non possano essere modificate, non dò sacralità alle regole: utilizzando gli strumenti giusti, possono essere modificate, serve rispettare l’iter, anche la nostra Costituzione può essere cambiata”.