Liliana Segre denuncia Chef Rubio (e altre 23 haters): ecco la replica al veleno del cuoco televisivo

La senatrice a vita Liliana Segre ha formalizzato martedì in caserma ai Carabinieri di Milano una denuncia contro 24 haters: tra di essi c’è anche Chef Rubio, noto personaggio televisivo e social. Lo scrive oggi La Stampa, segnalando che quello del cuoco Gabriele Rubini è uno dei nomi segnalati per l’apertura dell’inchiesta. Le 24 persone sono per lo più ignoti che ora dovranno essere identificati e che negli ultimi mesi sui social o con delle email hanno inviato messaggi di “odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte”.
Le indagini saranno condotte dalla sezione Indagini telematiche del nucleo investigativo dell’Arma del comando provinciale milanese. L’intenzione di denunciare era stata annunciata dalla stessa Segre, assistita dall’avvocato Vincenzo Saponara, lo scorso novembre al Forum nazionale delle donne ebree d’Italia. In particolare, la senatrice e testimone della Shoah è stata destinataria di messaggi di odio, anche di carattere antisemita, di insulti e di minacce di morte.

Chef Rubio, ecco la replica a Liliana Segre
Liliana Segre non è la prima a citare in tribunale Chef Rubio. Nel 2019 il cuoco era stato denunciato per istigazione all’odio razziale per un tweet in cui definiva «abominevole» lo stato di Israele. Segre invece da tre anni vive con una scorta: «Non sono stata io a chiederla. Me l’hanno assegnata per le minacce che ricevevo e purtroppo continuo a ricevere, ma la mia scorta è diventata una splendida sorpresa. I carabinieri che ogni giorno mi sono accanto hanno più o meno l’età dei miei nipoti e siamo diventati un’affiatata famiglia allargata».
La risposta di Chef Rubio non si è fatta attendere: “Chiedere a #LilianaSegre di denunciare i crimini della colonia d’insediamento israeliana e dell’esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all’odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste”.