L’inceneritore brucia la sinistra e le ambizioni di D’Amato

D'Amato inceneritore

Per capire se la sinistra l’inceneritore lo vuole o no, citofonare ad Alessio D’Amato. Il neo-candidato governatore del Pd e del Terzo Polo, in queste ore ha provato a confondere le acque con una doppiezza che i suoi vecchi compagni comunisti avrebbero definito “togliattiana”.

Il pasticcio di D’Amato e della sinistra sull’inceneritore

Con rara furbizia, D’Amato dice che il termovalorizzatore nel suo programma elettorale non ci sarà: intanto lo chiama inceneritore, per far capire che lui è contrario. Come per far capire a qualche verde o grillino indeciso, che lui sarebbe il candidato giusto. In particolare, nella recente intervista a Repubblica si sfila per un semplice motivo tecnico: tutta la realizzazione dell’impianto è demandata di fatto al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha ottenuto da Draghi i poteri commissariali.

Dunque, la Pisana, sul tema, non interverrebbe, almeno fino a quando non dovrà aggiornare il proprio piano sui flussi d’immondizia. Quindi il Pd alla Regione si tira fuori, lasciando al Pd che governa Roma la gatta da pelare dell’inceneritore. Un rimpallo che continua anche tra altri esponenti dem. Ammiccano (probailmente invano) al M5s. «Il termovalorizzatore non è nel programma della Regione – insiste Astorre – , altrimenti non si comprende come avremmo potuto governare insieme per due anni e mezzo col M5s. È la favola del lupo e dell’agnello, un errore culturale di Giuseppe Conte che rompendo con il Pd nel Lazio pensa di guadagnare consensi a livello nazionale».

Così Gualtieri ha tolto le castagne dal fuoco a Zingaretti

Da una parte è vero che il piano rifiuti approvato nel 2020 dalla giunta regionale – fortemente contestato dalla sindaca grillina Raggi – non prevedeva i termovalorizzatori. Tuttavia, è altrettanto innegabile che le discariche nel Lazio sono stracolme. Un termovalorizzatore (o come direbbe D’Amato “inceneritore”) nella Capitale, in grado di bruciare l’immondizia tal quale, ma da addossare ad altri, per Zingaretti è stato provvidenziale. Lo stesso ormai ex governatore, pochi giorni fa al Tgr Lazio sibilava: “Gualtieri ha fatto bene, finalmente ha affrontato questo problema e ha preso il toro per le corna”. Come metafora era più calzante: togliere le castagne dal fuoco.

Il costo dei terreni di Santa Palomba aumentato di 15 volte

Sempre a proposito di termovalorizzatore, fa riflettere il valore aumentato in modo esponenziale dei terreni dove sorgerà, a Santa Palomba. Valevano 475.140 euro. Ama li ha appena acquistati per 7.462.275 euro. Il costo dei terreni su cui la municipalizzata dell’ambiente vuole realizzare il suo termovalorizzatore è aumentato di 15 volte nel giro degli ultimi 20 anni. A raccontare i dettagli – e gli straordinari rincari – dell’operazione cardine dell’amministrazione Gualtieri sono stati i documenti in possesso di Repubblica. Atti che mettono in fila compravendite e variazioni urbanistiche delle aree che, al confine tra Roma e Pomezia, si affacciano su via Ardeatina. Un’altra storia che, come i rifiuti, non emena olezzi gradevoli.