Linea ferroviaria Roma-Viterbo, i cittadini: “Disagi continui e sovraffollamento selvaggio”

La linea ferroviaria Roma–Viterbo, una delle arterie più trafficate del Lazio, si è trasformata in un simbolo di disagio e frustrazione per migliaia di pendolari. Ogni giorno, studenti, lavoratori e turisti si trovano a fronteggiare treni sovraffollati, ritardi cronici e carrozze in condizioni spesso indecorose. Le immagini e i video diffuse dal portale “Welcome to Favelas” hanno fatto esplodere la rabbia collettiva: vagoni stipati all’inverosimile, porte bloccate, passeggeri costretti a viaggiare in piedi o ammassati come in un vecchio metrò di periferia.
Il video, diventato virale in poche ore, non è un caso isolato ma la fotografia di una realtà nota da anni. I pendolari denunciano una situazione insostenibile, aggravata dall’assenza di interventi strutturali e da una manutenzione che appare sempre più carente.

Pendolari della Roma – Viterbo esasperati: “È un viaggio da incubo”
Chi ogni mattina sale su quella linea racconta un’esperienza ai limiti della sopportazione. “Non si tratta più di semplici disagi, ma di mancanza di dignità”, afferma un utente intervistato all’arrivo a Saxa Rubra. Tra carrozze vetuste e impianti di climatizzazione fuori uso, i passeggeri si sentono abbandonati.
Le corse saltano, i treni vengono soppressi o partono con lunghi ritardi. La puntualità è ormai un miraggio. A peggiorare il quadro, l’assenza di informazioni tempestive nelle stazioni: tabelloni spenti, annunci confusi, personale insufficiente. Molti utenti parlano di una linea “ferma agli anni Ottanta”, un’infrastruttura obsoleta che non regge l’impatto con la domanda crescente di mobilità.
Il ruolo di Cotral e Regione Lazio
La gestione della linea Roma–Viterbo è affidata a Cotral e alla Regione Lazio, che negli ultimi mesi hanno annunciato piani di investimento e lavori di ammodernamento. Tuttavia, i risultati tardano ad arrivare. I pendolari non vedono miglioramenti tangibili, e la distanza tra le promesse istituzionali e la realtà quotidiana appare sempre più profonda.
Il progetto di rinnovamento della tratta, con il potenziamento dell’infrastruttura e l’arrivo di nuovi convogli, resta sulla carta. Nel frattempo, i cittadini continuano a pagare un prezzo altissimo in termini di tempo, stress e sicurezza. È il sintomo di un sistema di trasporto pubblico regionale che arranca, incapace di garantire un servizio all’altezza di una capitale europea.
Sicurezza e salute a rischio
Le immagini diffuse da “Welcome to Favelas” mostrano una situazione potenzialmente pericolosa. Viaggiatori costretti a sostare vicino alle porte, spintoni inevitabili, difficoltà di movimento in caso di emergenza. In alcuni casi, i passeggeri riferiscono di aver assistito a malori dovuti al caldo e alla mancanza di aria.
Le norme sulla sicurezza ferroviaria impongono standard precisi, ma la percezione di chi utilizza la linea è ben diversa. “Ogni viaggio è una scommessa”, raccontano gli utenti. “Ci sentiamo invisibili, come se il nostro disagio non contasse nulla.” La questione non è solo di comfort, ma di tutela della salute pubblica e del diritto fondamentale alla mobilità in condizioni dignitose.
Le istituzioni e la richiesta di risposte concrete
Le proteste dei pendolari hanno ormai assunto una dimensione collettiva. Associazioni e comitati chiedono un piano di emergenza immediato, con corse aggiuntive nelle ore di punta e una revisione profonda dell’intero sistema. Anche alcuni sindaci del viterbese hanno sollecitato la Regione a intervenire con urgenza, definendo la situazione “un’emergenza civile e sociale”.
Le istituzioni, da parte loro, assicurano che il processo di ammodernamento è in corso e che nei prossimi mesi arriveranno nuovi treni. Ma la fiducia degli utenti è ai minimi storici: troppe promesse disattese, troppi annunci senza riscontri concreti. Il rischio, ora, è che la rassegnazione si trasformi in disaffezione verso il trasporto pubblico, spingendo sempre più persone a scegliere l’auto privata con conseguenze pesanti su traffico e ambiente.
Un segnale che non può più essere ignorato
La vicenda della Roma–Viterbo è diventata un caso emblematico di come il degrado delle infrastrutture possa incidere sulla vita quotidiana dei cittadini. Quelle immagini virali hanno scosso l’opinione pubblica, restituendo voce a una comunità che chiede semplicemente un servizio efficiente, sicuro e moderno.
Non si tratta di una battaglia politica, ma di una questione di civiltà. Il trasporto pubblico è un diritto, non un privilegio. E la linea Roma–Viterbo, oggi, è il banco di prova su cui si misura la capacità delle istituzioni di ascoltare, intervenire e restituire dignità a un territorio stanco di promesse e in attesa di fatti concreti.