Linea ferroviaria Roma-Viterbo, storie di ordinario disastro, i pendolari e i ‘biglietti d’amore’ per Cotral: “Fate schifo, vigliacchi” (FOTO)

Banchina treno Roma - Viterbo

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Pendolari della ferrovia Roma Nord sul piede di guerra. Di nuovo. Non è certo la prima volta che i passeggeri di una delle linee più disastrate del Lazio (e forse d’Italia), quella che da Roma arriva a Viterbo passando per Civita Castellana, alzano la voce. Spesso lo fanno in coro con i loro “colleghi di sventura” della Metromare, l’ex Roma-Lido.
Ma stavolta la pazienza è finita davvero: gli utenti puntano il dito contro Cotral e Astral, che gestiscono la linea. E chiedono, come è successo sulla Roma-Lido, delle soluzioni concrete.

Una giornata di ordinario disastro

Ieri, mercoledì 15 ottobre, sulla Roma-Viterbo la situazione ha superato “il limite della sopportazione”. Migliaia di persone bloccate, treni soppressi, ritardi infiniti. Così i passeggeri hanno deciso di protestare a modo loro, lasciando biglietti d’amore (al veleno) sui sedili: “A tutto il personale Cotral: STATE FACENDO SCHIFO!”
“Siete entrati per raccomandazione e ora che vi chiedono di lavorare ve la prendete con i viaggiatori. Vigliacchi!”, si legge in uno dei messaggi lasciati “per ricordo” della giornata infernale. Ma poco dopo, un comunicato dei pendolari chiarisce: non ce l’hanno con i lavoratori, ma con le aziende, accusate di aver trasformato una linea ferroviaria in un reality sul pendolarismo estremo.

cartello sui sedili del treno Roma - Viterbo
cartello sui sedili del treno Roma – Viterbo – www.7colli.it

Cosa è successo e perché la situazione è esplosa

Con la riapertura delle scuole e l’entrata in vigore dell’orario invernale, i problemi sono riemersi tutti insieme: i cantieri notturni per la sostituzione dei binari nella tratta urbana hanno imposto limiti di velocità che rallentano i convogli, mentre il parco treni è sempre più ridotto e malmesso in assenza della fornitura dei nuovi rotabili ordinati alla Firema Titagarh. Il risultato è un mix esplosivo: corse soppresse, ritardi a catena e banchine affollate.

Secondo i pendolari, la situazione era prevedibile. Ma il vero problema è la mancanza di coordinamento tra Cotral e Astral, che avrebbe dovuto portare a una gestione più razionale di orari e frequenze. “Invece il mancato dialogo tra le due aziende ha generato un orario caotico, che studenti e lavoratori stanno subendo sulla propria pelle”, scrivono nel comunicato.

Treni lumaca e rallentamenti ovunque

La tratta urbana da Montebello a Flaminio è diventata un percorso a ostacoli. “Se prima bastavano 25 minuti per coprire il tragitto, ora ne servono almeno 35, e spesso più di un’ora”, denunciano i pendolari. Le cause sono i rallentamenti imposti dai cantieri e i limiti di velocità in vari punti critici: Acqua Acetosa e Campi Sportivi (20 km/h), Labaro-La Celsa (20 km/h), Tor di Quinto (15 km/h) e la galleria tra Euclide e Flaminio (30 km/h). “Con queste condizioni ogni corsa si trasforma in un viaggio della speranza. E il nervosismo cresce, anche tra il personale che, come noi, è allo stremo”, spiegano.

E ieri, con tre corse consecutive soppresse, le banchine sembravano arene romane: urla, spinte, treni fermi per far salire chi poteva, e un’ora per coprire la tratta. Quando non va bene, sembra di partecipare a un esperimento sociale su quanto può sopportare un essere umano prima di esplodere.

“Non ce l’abbiamo con i lavoratori, ma con chi li gestisce”

I pendolari difendono i lavoratori ma accusano le dirigenze di un gioco allo scaricabarile che danneggia tutti. “Non comprendiamo l’accanimento verso i macchinisti o i capotreno. Loro vivono il nostro stesso inferno, cercando di offrire un servizio dignitoso. Il problema è che Cotral e Astral non si parlano, e a pagarne le conseguenze siamo tutti: pendolari e lavoratori”. Anche loro “sono su quegli stessi mezzi fatiscenti travestiti da treni”, ricordano i pendolari, e sì, hanno diritto a “quei 5 minuti” per andare in bagno o respirare, “Ma la mancanza di personale e procedure macchinose rendono tutto impossibile”.

Treni e bus scollegati: “Ci lasciate a piedi”

Come se non bastasse, c’è il capitolo bus sostitutivi: una tragicommedia. Treni in ritardo e nessun autobus in attesa per riportare la gente a casa. O peggio: bus che partono vuoti perché il treno è in ritardo. “Quando un treno arriva in ritardo o viene soppresso nessuno avvisa gli autisti. Così studenti e lavoratori restano bloccati in stazione anche per un’ora, senza un mezzo che li riporti a casa”, spiegano i pendolari.
Il pendolare medio resta lì, nel nulla, a fissare l’orizzonte, chiedendosi se qualcuno, da qualche parte, stia pianificando tutto questo o se sia pura improvvisazione. “Due servizi distinti ma stessa azienda, Cotral”, ricordano i pendolari. “Eppure sembrano due galassie che non si parlano. Non si può lasciare la gente in mezzo alla strada. Cotral gestisce entrambi i servizi, quindi non può più permettersi di ignorare questo caos organizzativo”.

Linea al collasso

La Roma Nord è ormai al collasso. Serve una soluzione urgente, come è avvenuto per la Roma-Lido, con i nuovi treni Hitachi in arrivo. “Non esistono linee di serie A e di serie B”, scrivono i pendolari, “ma servizi pubblici che dovrebbero garantire mobilità e dignità ai cittadini”.
Peccato che, per ora, tra binari arrugginiti, treni guasti e bus fantasma, l’unica cosa che corre davvero sia la frustrazione.

treno Roma -  Civita Castellana -Viterbo
treno Roma – Civita Castellana -Viterbo