L’inefficienza della Regione Lazio sotto accusa: i medici di famiglia ancora non pagati per i vaccini

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I medici di famiglia protestano contro la Regione Lazio. “Ai medici di medicina generale del Lazio “non viene corrisposto il compenso per le prestazioni vaccinali. Si provveda subito”. Lo chiedono in una nota le rappresentanti del Sindacato medici italiani (Smi), Claudia Felici, segretario aziendale Asl Roma 1, e Cristina Patrizi, responsabile regionale Area convenzionale. “L’assessore regionale Alessio D’Amato consegna gli attestati di riconoscimento per l’impegno nella vaccinazione Covid agli operatori degli hub vaccinali e dei centri accreditati. Ma – dicono le sindacaliste – la medicina generale è in una situazione ben diversa.

Incredibili questi ritardi nel confronti dei medici di famiglia

Infatti da febbraio è impegnata nella campagna vaccinale Covid, con migliaia di vaccinazioni somministrate presso i propri studi e a domicilio, ai pazienti anziani, non deambulanti o estremamente vulnerabili. E a tutti quei cittadini che non hanno potuto accedere ai centri vaccinali regionali, non solo non riceve alcun attestato di riconoscimento, ma neanche il giusto compenso concordato”. “A questo – incalzano Felici e Patrizi – si aggiunge il grave ritardo annunciato per il pagamento delle competenze relative alla campagna vaccinale antinfluenzale dello scorso autunno. Che come si ricorderà è stata una delle campagne più complesse e drammatiche mai affrontate dalla medicina generale.

Ennesima inefficienza della Regione Lazio

Poiché si era in piena seconda ondata Covid e con un numero di dosi vaccinali totalmente insufficiente e ben al di sotto di quanto stabilito. Abbiamo compreso le difficoltà che hanno portato il ritardo nel pagamento per la campagna 2019/20. Ma davvero non comprendiamo i motivi, invece, del ritardo per la campagna del 2020/21″. “Il prossimo autunno – concludono le sindacaliste – i medici di medicina generale dovranno affrontare una nuova campagna antinfluenzale. Nell’incertezza della situazione epidemiologica e della necessità di somministrare una ulteriore dose di vaccino Covid alla popolazione, senza aver neanche ricevuto il giusto riconoscimento per il proprio impegno fin qui profuso. Siamo davanti all’ennesima inefficienza della Regione Lazio, che mortifica il lavoro dei medici di famiglia della nostra regione”.