“Lista stupri” al Liceo Giulio Cesare di Roma: preside convocata in Questura, spunta un sospettato

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Un passaggio cruciale nelle indagini sulla scritta choc apparsa nel bagno del secondo piano del liceo Giulio Cesare, nel quartiere Trieste a Roma. Nella mattinata di oggi la dirigente scolastica, Paola Senesi, è stata convocata negli uffici della Squadra mobile per ricostruire, punto per punto, cosa sia accaduto all’interno dell’istituto e quali segnali siano emersi nei giorni precedenti.

L’obiettivo degli investigatori è delineare una cornice precisa: tempi, contesto, possibili tensioni tra studenti e l’eventuale presenza di indizi utili a risalire a chi ha scritto quell’elenco.

Le ipotesi di reato e la cautela della polizia

Sul tavolo ci sono minacce aggravate e istigazione a delinquere, ipotesi che — secondo quanto trapela — potrebbero essere contestate all’autore materiale delle scritte. Gli investigatori mantengono però il massimo riserbo: circolerebbe almeno un sospettato, ma al momento mancano conferme ufficiali e la ricostruzione viene gestita con prudenza, per evitare errori o fughe in avanti.

Intanto, due genitori dei nove studenti indicati nella lista (otto ragazze e un ragazzo) hanno già presentato denuncia. Gli altri potrebbero farlo a breve, anche se il procedimento può andare avanti comunque.

Reati procedibili d’ufficio: doppio binario in Procura

Per la gravità dei contenuti — legati alla sfera sessuale — gli accertamenti sono destinati a confluire in relazioni dirette alla Procura dei minorenni e a quella ordinaria. Saranno poi i pm a decidere la strada: dall’eventuale iscrizione nel registro fino agli approfondimenti tecnici e alle audizioni.

Resta un nodo centrale: l’autore ha agito da solo? È stato istigato o “spinto” da qualcun altro? Gli investigatori non escludono neppure la pista di un mandante esterno.

La pista del movente politico e il collegamento con le elezioni studentesche

Tra le ipotesi più delicate, ce n’è una che pesa più delle altre: il movente potrebbe essere politico. Secondo la ricostruzione al vaglio della Mobile, alcune delle vittime sarebbero impegnate in iniziative contro la violenza sulle donne. E l’episodio potrebbe intrecciarsi con il clima delle elezioni per i rappresentanti d’istituto della settimana scorsa, animate da sit-in, bandiere, slogan e musica all’ingresso della scuola. Proprio in quei presìdi, le ragazze finite nel mirino sarebbero state presenti.

Docenti divisi e l’ipotesi della perizia grafologica

Nella comunità scolastica, intanto, il caso spacca e inquieta. Tra i punti più controversi, le voci — riportate in ambiente scolastico — di chi minimizzerebbe parlando di un ragazzo con presunti “problemi comportamentali”. Ma gli investigatori guardano ai fatti: se risalire all’autore dovesse rivelarsi complesso, non è esclusa una perizia grafologica, confrontando la scritta con verifiche o elaborati scolastici riconducibili al sospettato.

L’ondata social: commenti anonimi e provocazioni

A peggiorare un clima già teso sono arrivati anche i social: su TikTok sarebbero comparsi commenti anonimi di sostegno all’autore, con toni provocatori e nickname volgari. Tra le frasi circolate online, anche messaggi che deridono la gravità dell’episodio e provocazioni ancora più estreme, alimentando paura e rabbia tra studenti e famiglie.

Ora la priorità è una sola: chiarire chi abbia scritto quella lista e stabilire se dietro ci sia solo un gesto individuale o qualcosa di più organizzato. In una scuola, ogni parola incisa su un muro può diventare una ferita: e in questo caso, rischia di lasciare segni profondi.