L’Italia non vota la risoluzione Onu su Gaza: non c’è la condanna ai terroristi di Hamas

”L’Italia si è astenuta” dal votare la risoluzione presentata dalla Giordania e approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ”perché non conteneva una condanna di Hamas e non c’era un contenuto chiaro sul diritto di Israele all’autodifesa”. Lo ha spiegato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo su Rai Tre. Nella risoluzione, spiega Tajani, ”c’erano alcuni punti che non coincidevano con le posizioni italiane”. Il vice premier sottolinea che ”noi vogliamo che ci sia un atto di sospensione, una tregua umanitaria per permettere alle persone che sono a Gaza e agli internazionali di uscire e permettere l’ngresso di aiuti”.
Tajani: stiamo in attesa di poter prelevare gli italiani al valico di Rafah
Intanto si apprende che si trovano ”vicino al valico di Rafah” con l’Egitto i ”14 italiani che si trovano nella Striscia di Gaza” ai quali si aggiungono ”5 loro familiari”. Lo ha detto Tajani affermando che ”per noi la priorità è seguire i nostri concittadini che speriamo possano uscire quanto prima dal valico di Rafah. La nostra ambasciata al Cairo è pronta ad andarli a prendere”. Tajani ha spiegato che ”nonostante il blackout siamo riusciti a entrare in contatto con tutti gli italiani, grazie al nostro consolato a Gerusalemme”. “Sono lontani dalla zona del conflitto, sono vicini al valico di Rafah, da dove ci auguriamo di poterli far uscire appena sarà possibile, appena si concluderanno positivamente le difficili trattative tra Israele, Nazioni Unite, Egitto”.

Nessun pericolo per gli italiani in Egitto e Giordania. A rischio nel Libano del sud
Non c’è alcun pericolo, in questo momento, per gli italiani che si trovano in Egitto e in Giordania. E’ il messaggio che Tajani ha voluto rivolgere dall’Unità di crisi della Farnesina collegandosi con lo speciale del Tg2. Il messaggio è rivolto anche ”ai turisti”, ha aggiunto Tajani, sottolineando che ”le zone turistiche sono lontane dai combattimenti”. “Stiamo invitando invece tutti gli italiani che vivono nel sud del Libano ad abbandonare le zone più a rischio” perché “ci sono scontri tra gli Hezbollah che lanciano razzi verso il nord di Israele e da Israele rispondono con droni e colpi dell’artiglieria. Ci sono poi 1.300 militari italiani – ha aggiunto – ma non corrono alcun pericolo”.