L’italiano che vive a Donetsk: “Tornare in Italia a combattere con la burocrazia? No, grazie…

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A lasciare Donetsk “non ci penso proprio, non siamo turisti e questo il governo lo deve capire. Siamo partiti, abbiamo mollato tutto in Italia e ci siamo costruiti un’altra vita qui. Chi ha un business, chi è pensionato. Si può tornare indietro, ma per andare dove?”. Lo afferma un italiano rimasto a Donetsk, la città principale dell’omonima autoproclamata Repubblica nell’Ucraina orientale riconosciuta dalla Russia, teatro stamane di un attacco missilistico da parte delle forze ucraine, che avrebbe provocato oltre 20 morti. “Penso che il missile sia stato abbattuto. I resti sono caduti quasi nel centro della città. Si è sentito un boato che si è diffuso su tutta Donetsk, chissà che carica esplosiva trasportava – racconta in un’intervista all’Adnkronos -. Subito abbiamo cercato notizie sui gruppi Telegram per capire cosa era successo e dove”.

Sarebbero due gli italiani che abitano a Donetsk

A Donetsk vivrebbe, oltre all’intervistato che ha preferito non rivelare la sua identità, un altro italiano, “un pensionato che si è trasferito qui con la moglie, ma ci sentiamo poco. Di sicuro c’è uno svizzero che si è trasferito di recente”, prosegue tornando sulla questione di una sua eventuale partenza da Donetsk. “Da Donetsk c’è solo la strada per la Russia, mentre dall’altra parte dell’Ucraina si devono fare mille chilometri per arrivare alla frontiera con un Paese Ue. Si tratta di un viaggio con tante incognite, tra bombardamenti e posti di blocco, è un’avventura rischiosa”. Lo dice l’italiano che non vuole tornare nel nostro Paese. “Dovrei iniziare tutto da capo con due borsoni e passerei da una guerra di fatto a una guerra contro la burocrazia”…

“Nessuno si occupò di noi quando ci bombardavano”

La situazione a Donetsk, al netto del missile di questa mattina, sottolinea, è tutto sommato gestibile. Le merci, a differenza del resto dell’Ucraina dove “il lavoro si è fermato”, non mancano. “Perché arrivano dalla Russia e tutti i negozi sono aperti”. Ma, tiene a precisare, quello che oggi accade in Ucraina, “noi l’abbiamo vissuto nel 2014”, all’epoca della guerra del Donbass. “E in questi otto anni pochi media si sono occupati di questa vicenda”. Sul conflitto in corso, l’italiano ritiene che la “disinformazione” porti a percepire in Occidente una realtà diversa da quella effettivamente sul terreno.

A Donetsk arriva tutto dalla Russia

“Tutti raccontano che l’Ucraina sta vincendo questa guerra, ma un giorno magari i russi saranno presenti in tutta l’Ucraina e allora cosa ci racconteranno? – insiste -. Non so fino a che punto si spingerà la Russia, ma sta vincendo, le grandi città sono tutte circondate ed è vero che i soldati non sono entrati ma farà parte del loro piano”. Dopo il 2014, conclude, a Donetsk “ci siamo dovuti abituare a una nuova vita. Siamo passati al rublo, alle leggi russe, abbiamo preso atto di una nuova realtà. Ma io voglio solo vivere in santa pace e che non mi cada un missile in testa”.