Lo scandalo delle discariche dentro il tribunale di piazzale Clodio

Oggi parliamo delle discariche giudiziarie, in particolare di quella di piazzale Clodio a Roma. Venerdi 10 luglio in alcune pagine di Facebook destinate principalmente ad avvocati e giudici, è apparsa la protesta per una discarica nel cortile principale del Tribunale penale di piazzale Clodio a Roma. Con tanto di water controllati a vista da Mercurio. Nella mitologia greca e romana, Mercurio è il dio protettore del commercio e dei ladri. Al centro del cortile degli uffici giudiziari (ove in altri tempi si collocava la statua di Dike, dea della giustizia) troneggia la sua statua e, dall’alto, controlla tutto quello che lì avviene, ma rimane muta, in una sorta di complicità morale che nulla è servita quando, nel novembre 2019, il P.M. Paolo Ielo ha sbattuto in galera 14 imprenditori per una storia di corruzione che riguardava proprio gli appalti dei lavori edili all’interno degli uffici di piazzale Clodio.
Piazzale Clodio ridotto a discarica
Anche qualche giudice appassionato dei social si associa alla protesta per i water in bella vista. E così dopo qualche ora i cessi vengono frettolosamente portati via. Forse anche perché qualcuno aveva minacciato di utilizzarli all’aperto, pensando che fossero open air come misura anti covid… Girando per la più grande città giudiziaria d’Europa, le discariche però non finiscono. Alla faccia del rispetto del decoro e, probabilmente, anche della normativa di sicurezza. Basta cambiare location e passare dal penale al civile, precisamente alla sezione lavoro, per trovarne un’altra. Fatta principalmente di poltrone, scrivanie e porte, ma per fortuna senza w.c.

Rifiuti ammassati un po’ dovunque
Le discariche giudiziarie non finiscono qui, non tanto perché ne è stata segnalata un’altra sul retro del cosiddetto “palazzo nuovo”, nel cortile del Tribunale civile con ingresso da via Damiata, ma per i rinvii da covid 19 che hanno spostato anche di un anno le decisioni. Perché il “tutti a casa” è stato anche il lockdown della giustizia, invece che la fioritura delle sentenze da parte dei giudici che, in quei giorni, non dovevano fare altro che leggere atti, pensare e scriverle. Ma questa è un’altra storia, che non riguarda i cessi giudiziari andati in discarica grazie alla protesta social…