Lo sfogo di Salvini: “Mi processano a Palermo come Totò Riina” (video)

Salvini clandestini

“Il 15 settembre sarò nell’aula bunker di Palermo, quella dove facevano i processi a Totò Riina. Fa una certa impressione quando stai lì e ti leggono le accuse. Rischio 15 anni, ma ci andrò a testa alta, perché ho difeso il mio Paese’. Lo ha detto Matteo Salvini parlando a Rimini al gazebo per la raccolta firme per i referendum sulla giustizia.

Il segretario della Lega ha fatto il punto sulla campagna referendaria.  “Abbiamo raccolto 300mila firme in tre settimane, ne raccoglieremo milioni. Se Pd e 5 stelle pensano di bloccare l’Italia, queste firme liberano l’Italia. Voglio veramente una legge uguale per tutti e anche i giudici devono pagare come tutti gli altri lavoratori italiani”.

Salvini sui referendum sulla giustizia

Salvini ha parlato anche dei temi nell’agenda del governo, a cominciare dal reddito di cittadinanza, sussidio che ormai viene preso anche da immigrati che non ne hanno diritto, spacciatori e mafiosi. “L’ho detto al presidente Draghi, finita la stagione bisogna andare a rivedere il reddito di cittadinanza, perché sta devastando l’intero circuito produttivo italiano. Invece che a lavorare aiuta a stare a casa”.

Non è mancato un accenno alle chiusure imposte alle discoteche, tema sul quale è intervenuto anche Flavio Briatore con un duro intervento sui Social. “Non si può rovinare la vita a 30 milioni di italiani nel pieno di luglio. Ci sono tanti ragazzi – ha aggiunto Salvini – che chiedono solo di divertirsi. Perché non si riaprono le discoteche, che sono luoghi sicuri? C’è qualcuno che non ama i giovani e gli imprenditori”.

E sulla lotta alla pandemia, ha ribadito un concetto caro al centrodestra. “Questo virus va ricacciato. Prudenti sì, ma non morire di paure e chiusure. Viva la vita e viva la libertà”.

“Stupito dalle parole di Draghi, poteva chiamarmi”

“Sono rimasto stupito negativamente. Ma non voglio commentare le sue parole”; “l’avevo sentito prima del Consiglio dei ministri e avevamo dialogato amabilmente su tante questioni. Se aveva qualche osservazione da muovermi poteva dirmelo al telefono e non attraverso una conferenza stampa”. Lo dice Matteo Salvini al Corriere della Sera a proposito delle parole del premier sui vaccini.