“Lo sport merita rispetto”: la battaglia dell’Asi per le riaperture

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“Lo sport merita rispetto”. Un’iniziativa virale che sta coinvolgendo tutta Italia. L’hashtag “lo sport merita rispetto” è scritto su enormi striscioni pensati e lanciati da Asi (Associazioni Sportive e Sociali Italiane). Era partito con l’affissione nei principali ponti della Capitale e ore sta via via comparendo in ogni Regione della Penisola, con la partecipazione di tanti sportivi. Un’iniziativa organizzata da Asi con il supporto di dirigenti e tesserati che hanno voluto lanciare il messaggio di solidarietà nei confronti di un intero settore che rappresenta il 4% del Pil del Paese. Lazio, Toscana, Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Calabria, Friuli Venezia-Giulia, Trentino, Umbria, Piemonte e altre Regioni che si stanno aggiungendo.

La battaglia dell’Asi per lo sport

Tutte hanno visto riecheggiare lo stesso identico slogan che, in molte parti d’Italia, si affianca a quello di Fratelli d’Italia “Se mi chiudi non mi chiedi”. Slogan che raccontano le difficoltà di chi lo sport lo pratica e di chi lo organizza con migliaia di palestre, piscine e centri sportivi che rischiano di non riaprire. “Soprattutto, se le annunciate riaperture, dovessero essere strozzate da linee guida troppo rigorose – sostiene l’Asi -. Si chiede di ripartire dalle misure di ottobre. E si reclamano interventi di sostegno che permettano ai gestori di mantenere in vita le proprie strutture anche in considerazione di un afflusso regolamentato e quindi ridotto”. Alla voce mancati introiti anche l’esigenza, da parte delle strutture, di permettere ai propri associati il recupero del periodo di interruzione dell’abbonamento.

Lo sport ora merita coraggio

Questo dopo oltre 300 giorni di chiusura fino al primo giugno, senza incassi ma con spese ingenti e debito di servizi. “Sarà fondamentale – spiega ancora l’Ente – anche stimolare i cittadini (si propone un bonus wellness, come avvenne per quello bicicletta). Tema, questo, di grande respiro. “Armiamoci e partite”. Sembra questo emergere dall’annuncio di riaperture senza un piano di sostegno organico alle attività sportive”. “Felici per le riaperture – concluce Asi – alla finestra per capire come queste avverranno, rimane il rammarico nel vedere un sostanziale cambio di rotta nei ragionamenti dei nostri governanti che, oggi, spiegano come le attività all’aperto non presentino, in fondo, particolari rischi. E’ un anno che siamo chiusi e continuiamo ora, ancor di più, a chiederci il perché. Lo sport merita rispetto. Ora lo sport merita coraggio”.