Lollobrigida: mi batterò ovunque contro quella “standardizzazione” del cibo che qualcuno vorrebbe

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Il Nutriscore, il sistema di classificazione degli alimenti a colori utilizzato in Francia e altri Paesi come il Belgio, punta alla “standardizzazione” del cibo. E questo è “il peggior nemico” di un Paese come l’Italia, la cui produzione alimentare punta sulla “qualità” e sulla “tipicità”. Lo spiega il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare  Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio Agrifish a Bruxelles. L’Italia, dice Lollobrigida, ha segnalato anche oggi “la necessità di avere un’etichettatura uniforme in Europa che informi le persone. Ieri – racconta – ho visitato un supermercato francese, per verificare come utilizzano, in maniera disordinata anche, il Nutriscore.  Mi ha preoccupato uno scaffale grande, enorme all’interno del supermercato, che ho anche fotografato, che vedeva una serie di prodotti con scritto sopra ‘questo è cibo'”.

Lollobrigida: noi puntiamo sulla qualità e sulla quantità

“E perché – continua – devi scrivere su una cosa che quello è cibo? Perché è indistinguibile, non c’è altro elemento per dire che quella è una sostanza nutritiva. Ovviamente per il Nutriscore era classificato A, mentre altri prodotti che noi reputiamo sanissimi, un prodotto bio, un formaggio, un caprino francese, era classificato D, quindi quasi agli eccessi di pericolosità per l’organismo umano”. “Continuiamo a ritenerlo – aggiunge Lollobrigida parlando del Nutriscore – un elemento condizionante, e non verso una produzione che metta al centro la qualità”, ma che “mette al centro una standardizzazione dei prodotti, che è il nostro peggior nemico. Noi come italiani dobbiamo sapere, e non solo noi italiani, che l’elemento della qualità è l’elemento che distingue i nostri prodotti”.

Se l’Italia rinuncia alla qualità diventa economicamente perdente

“Del resto – prosegue – non sarà mai il prezzo, perché se tu hai piccole produzioni o produzioni comunque agganciate al territorio, il prezzo sale. Il valore aggiunto è nella tipicità, nella qualità. Se noi rinunciamo alla qualità come elemento di discernimento delle persone, noi siamo economicamente perdenti. A mio avviso – conclude il ministro – anche perdenti come tutela e difesa del nostro modello produttivo”.