L’Oms: “Il vaccino è vicino”. Allora dobbiamo davvero preoccuparci…

corona virus vaccino oms (2)

A che punto siamo con il vaccino anti-Covid? Molti, troppi, i continui annunci, le speranze, le rivelazioni dalla Cina o dall’Italia. Perché tutto il mondo spera che con il vaccino l’incubo finirà. “La situazione è abbastanza chiara: abbiamo 3” prodotti candidati “che hanno iniziato il deposito dei dossier” registrativi. “Quindi le agenzie regolatorie li stanno esaminando, e ne abbiamo altri 29-30 in fase clinica avanzata. Molti stanno dando risultati preliminari piuttosto buoni. Entro la fine dell’anno” dunque “avremo il prototipo validato”.

L’Oms disse che tra gli umani il Covid non si trasmetteva

A fare il punto è Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L’Oms è quella organizzazione, screditata agli occhi di molti, che a gennaio sostenne che il Covid non si trasmetteva tra esseri umani e che a marzo dichiarava disinvoltamente la pandemia. Sospettato fortemente di essere un’organizzazione che ha favorito in più di un’occasione la Cina, non ci sembra davvero attendibile. In più è diretta da una persona che nel suo Paese, l’Etiopia, è stata accusata di non aver saputo gestire le epidemie.

Irrealistico un vaccino per Natale

Infatti, chi se ne intende dice: “Lo vedo piuttosto irrealistico“. Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, si riferisce alla possibilità che il vaccino contro il Covid sia pronto tra due mesi. “Forse fra due mesi arriverà qualcuno che dice ‘abbiamo un vaccino’. Ma da lì a fare uno studio pilota e poi a distribuirlo, passano tanti mesi”, ha detto a Sky Tg24. “La situazione è sicuramente molto preoccupante, lo dicono i numeri. Anche retrospettivamente guardando a come stavamo a fine giugno e luglio, quando avevamo 150 casi, sicuramente i numeri di oggi dimostrano che non si è fatto abbastanza per consolidare questi risultati. A questo punto rimangono le solite misure restrittive, che speriamo riducano i contagi e che non si arrivi a misure estreme di lockdown”, ha sottolineato Crisanti.

Il virus lo possiamo solo tenere sotto controllo

Alla domanda se questa estate abbiamo perso un’occasione importante, l’esperto ha risposto: “Sulla base di quello che stiamo vedendo adesso abbiamo messo a rischio sia i sacrifici che hanno fatto gli italiani che sono restati a casa due mesi sia l’economia, un sacrificio che ci è costato 150-160 milioni”. “La sfida per i prossimi mesi e nei prossimi due anni sarà tenere sotto controllo il virus, stiamo dando un vantaggio competitivo pauroso a Cina, Giappone, Corea, cioè a tutte quelle economie che sono riuscite a controllare l’epidemia”. “Fare paragoni con altri Paesi europei è da vili”, ha affermato ancora.