Loro a Villa Pamphili e a piazza Navona il deserto (video)

Piazza Navona

Troppo nella e troppo triste, piazza Navona. Il video è di ieri, da Facebook è la immortala all’ora di pranzo. Di sabato!

Il deserto, con la desolazione dei ristoranti vuoti. Scrive l’autore del post, Mauro Zonza: “Piazza Navona, normalmente uno dei posti più affollati al mondo! C’è da piangere, ci sarà da piangere! E questi sciagurati che ci sgovernano fanno gli “Stati generali” – con il capo degli imbonitori, il trasformista PdC, che dà inizio ai lavori dicendo solennemente che bisognerà puntare alle bellezze dell’Italia.

Il deserto di piazza Navona

Sai che novità, una banalità da dibattito nelle sezioni di partito di una volta –, per parlare di nulla e sul nulla, per fare tante chiacchiere e zero fatti, per addormentare il popolo e illuderlo con mirabolanti programmi di crescita futura: faremo risorgere l’Italia, dall’UE sta arrivando una pioggia – ma che dico pioggia – una cascata di miliardi, ci sarà lavoro per tutti, finalmente sta per sorgere il sol dell’avvenire, ricchi premi e cotillons.

Dieci giorni di tempo perso, dieci conferenze stampa autocelebrative a reti unificate, un poco di gloria per tutti i partecipanti all’evento circense o forse, come dicono i più smaliziati, dieci giorni di tempo guadagnato per il governo degli incapaci.

Ma l’economia italiana muore

E intanto, giorno dopo giorno, l’economia italiana sta andando a ramengo, le piccole e medie imprese stanno morendo, i dipendenti in cassa integrazione hanno ricevuto, e non tutti, solo la prima mensilità, le partite iva, ma non tutte, hanno avuto solo 600 euro, le garanzie offerte dallo Stato per i prestiti da dare alle aziende sono accettate dalle banche con difficoltà, i 25.000 euro sono stati un miraggio per la gran parte delle piccole aziendine, gli aiuti elargiti con la formula del “credito d’imposta” sono una presa per il culo.

Ma state sicuri che di queste cose agli “Stati generali” non si parlerà, e che diamine, troppo volgare, in quel consesso si vola alto; e allora noi, pubblico non invitato, ma pagante, possiamo solo sperare che, da quelle altezze, un attacco di vertigini li faccia quanto prima precipitare tutti”.