L’ospedale del premier. Ma l’agente di scorta di Conte è morto

Ospedale premier

È davvero clamoroso, inimmaginabile: Conte si è fatto l’ospedale a Palazzo Chigi. Per se’, addirittura prima di pensare agli italiani con i suoi innumerevoli decreti. La denuncia arriva stamane direttamente dalla prima pagina de Il Tempo di Franco Bechis.

Se tutto sarà confermato, è uno scandalo da dimissioni immediate del primo ministro. L’inchiesta è firmata direttamente dal direttore del quotidiano romano: e racconta di increbili arrivi di migliaia di mascherine, gel, guanti, camici, perfino bombole di ossigeno a palazzo Chigi con ordini partiti a febbraio.

A Palazzo Chigi l’ospedale del premier

“Conte ha pensato prima a sé poi all’Italia”, è l’atto d’accusa firmato da Bechis.

“Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo avere dichiarato a fine gennaio l’emergenza sanitaria nazionale ha fatto quel che nei manuali era scritto in quei casi: cercare approvvigionamenti di materiale sanitario utile a proteggersi dal coronavirus, dalle mascherine ai guanti al gel, perfino i camici e le bombole di ossigeno”. Per sé e per i suoi uomini, scrive Il Tempo.

“Solo che non ha pensato agli italiani, ma prima di tutti a se stesso e certo anche ai suoi collaboratori – denuncia Il Tempo – Perché in pieno mese di febbraio, circa due settimane prima che il governo chiedesse a Consip di cercare di fare la stessa cosa per tutti gli altri italiani, sono iniziati con successo gli acquisti di Palazzo Chigi per proteggere Conte e chi lavorava con lui”.

E pensate, chiosa Bechis: “Mentre tutta Italia impazziva a cercare le mascherine che non c’erano in alcuna farmacia e solo per pochi giorni si trovavano on line a prezzi folli, mentre gli ospedali e le case di cura non riuscivano a proteggere medici e infermieri che rischiavano la vita, la presidenza del Consiglio ha messo da parte veri e propri arsenali con cui resistere nel bunker anche per lunghi mesi”.

Ma al povero agente di scorta non ci hanno pensato

Il tutto è partito, secondo l’articolo, con “lettera del 26 febbraio scorso”. Con questa è stata acquisita “la disponibilità da parte di un’azienda veneta di consegnare entro cinque giorni a trattativa diretta “500 mascherine APVR FFP3”. Al prezzo di 7,98 euro cadauna, consegnate secondo programma da un’azienda veneta, la Kit ufficio di Scorzè (Ve). Alla stessa data e con gli identici tempi di consegna (cinque giorni) trovate per Conte & c anche 10 mila mascherine chirurgiche a un ottimo prezzo (0,20 euro l’una) assicurato da un’azienda del bergamasco, la Mediberg di Calcinate”.

E tanti altri dettagli, con un’amara considerazione. Tutto questo non è servito a evitare la morte di Giorgio Guastamacchia, il sostituto commissario della scorta di Conte. Magari chi a Palazzo Chigi sapeva di tutto quel materiale a lui non ha proprio pensato. E il poliziotto ha lasciato la pelle a Tor Vergata. Forse non gli avevano detto dell’ospedale del premier…