Lucha y siesta ciao, nella Regione Lazio non c’è più spazio per l’illegalità

lucha y siesta

Contenuti dell'articolo

“Gli atti presentati a sostegno di Lucha y Siesta dai consiglieri municipali di sinistra in vari territori della Capitale sono pura propaganda elettorale. Come si legge nei testi in questione ‘la violenza di genere è un fenomeno culturale che richiede attenzione particolare e rinnovata da parte delle istituzioni’ ed è proprio per questo che in Regione Lazio siamo pronti a riqualificare l’immobile che versa in condizioni igienico sanitarie inidonee e assegnarlo tramite un principio di trasparenza; il minimo per un bene costato all’amministrazione più di due milioni di euro e che qualcuno voleva continuare ad occuparlo abusivamente”. Così Laura Corrotti, consigliere regionale Fratelli d’Italia e presidente commissione urbanistica, politiche abitative e rifiuti.

Su Lucha y Siesta dalla sinistra solo propaganda

La Corrotti si riferisce agli atti sottoscritti dai consiglieri di centrosinistra dei Municipi IX, XI e XIV che impegnano il presidente e la Giunta a richiedere al sindaco Gualtieri di promuovere presso la Regione Lazio azioni in favore della Casa delle Donne Lucha y Siesta, tra cui un tavolo di confronto con lo stesso centro antiviolenza. La Regione Lazio è stata molto chiara: “Le revoche dello schema di convenzione con l’associazione Casa delle donne Lucha y Siesta e della concessione in comodato d’uso gratuito, approvate dalla Giunta, rappresentano un atto dovuto volto a ripristinare la legalità da un lato e le condizioni igienico-sanitarie dell’immobile dall’altro”. Lo dichiarano il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e gli assessori Baldassarre e Ghera.

L’immobile è in condizioni di inidoneità certificata

“L’immobile si trova in una condizione di inidoneità igienico-sanitaria certificata e alla quale dobbiamo porre rimedio per dare una accoglienza dignitosa e a norma di legge. L’Area Pari opportunità e la direzione regionale competente in materia di patrimonio attueranno le misure transitorie più idonee volte a salvaguardare e tutelare la sicurezza delle donne e dei minori accolti nell’immobile, attraverso il ricollocamento presso strutture antiviolenza appartenenti alla rete regionale, di concerto con Roma Capitale. L’edificio ha bisogno di lavori e sarà ristrutturato, così da diventare idoneo ad accogliere le donne vittime di violenza e i loro figli. Il servizio di gestione della struttura, con utilizzo dell’immobile in comodato d’uso, verrà messo a bando, da legge.

L’utilizzo sarà messo a bando, come prevede la legge

L’ente o l’associazione a cui sarà affidato il servizio assicurerà la presa in carico e l’assistenza per tutte coloro che, vittime di violenze e abusi, avranno bisogno di accoglienza e sostegno. Ovviamente – chiariscono il presidente Rocca e gli assessori Baldassarre e Ghera – alla procedura a evidenza pubblica potrà partecipare, se avrà i requisiti, anche l’associazione Lucha y Siesta”. “Alla Regione non c’è più spazio per l’illegalità. Sulla vicenda dell’immobile di via Lucio Sestio, lo ricordo, è intervenuta la Corte dei conti con un procedimento per danno erariale che coinvolge quattro dirigenti regionali.

L’edificio occupato illegalmente dal 2018

L’edificio, oggetto di occupazione abusiva dal 2008, quando era ancora di proprietà dell’Atac, fu infatti acquistato dalla Regione nel 2021 e assegnato all’associazione occupante, la Lucha y Siesta. A questo proposito è bene citare uno stralcio di quanto scrive la Corte dei conti: “Il bene acquistato era già occupato senza nessun titolo legale dal collettivo (Lucha y Siesta), di modo che l’acquisto era esplicitamente finalizzato a consentire la prosecuzione dell’occupazione illegittima che altrimenti sarebbe dovuta cessare”. I magistrati scrivono che risultano ‘distratte ingenti risorse pubbliche dai fini istituzionali’. La storia, del resto, è ben nota alle cronache”, concludono Rocca, Baldassarre e Ghera.