L’Ugl denuncia: sullo smart working le amministrazioni sono in grave ritardo

ugl emergenza smart working (2)

Smart working, siamo alle solite. “Scaduti ieri i termini per l’approvazione dei pola (piani organizzativi lavoro agile), la maggior parte delle amministrazioni pubbliche oggi è inadempiente. Perché non ha ancora approvato i documenti di regolamentazione dell’organizzazione del lavoro dei propri dipendenti”. Lo dichiara la responsabile del sindacato Ugl autonomie, Unione generale del Lavoro, Ornella Petillo, spiegando le cause del problema. “Da una parte – dice – il ministro della Funzione pubblica, Fabiana Dadone, con un decreto ha allineato lo smart working nella Pa ai provvedimenti emergenziali al 30 aprile. Scordandosi però di prorogare anche la data di adozione dei pola, piani organizzativi del lavoro agile, rimasta al 31 gennaio 2021”.

L’Ugl: le amministrazioni rimandano sine die

Di conseguenza “molte amministrazioni, stanno rimandando sine die il confronto con le organizzazioni sindacali per affrontare la regolamentazione dello smart working strutturale. Sottovalutandone così l’importanza sia per l’organizzazione della macchina amministrativa sia il suo collegamento ai criteri valutativi dei lavoratori”. “Ancora peggiore se possibile – commenta Ornella Petillo – l’organizzazione del lavoro pubblico negli enti locali. Sebbene la scadenza dei piani sia al 31 marzo. Senza capire che non si tratta solo di una questione organizzativa interna, ma di un’inefficienza che ha ripercussioni esterne. Soprattutto nel caso delle amministrazioni locali che svolgono servizi di prossimità.

Occorre prorogare la data di adozione dei piani

Insomma, rinviare il problema crea delle smagliature organizzative che oltre a non mettere in sicurezza i lavoratori non creano le condizioni per un lavoro adeguato per i cittadini esponendo i lavoratori pubblici a ingiuste critiche”. L’Ugl autonomie “crede in un lavoro pubblico a servizio della comunità e sta portando avanti un’opera di ricucitura del legame territorio-servizio pubblico. E per questo non ha partecipato all’ultimo sciopero indetto nella Pa lo scorso 9 dicembre”. “Lo Stato – auspica – a sua deve dimostrare con i fatti l’importanza del lavoro pubblico. Rinviare i problemi non solo crea problemi di sicurezza ai lavoratori ma pone anche le condizioni per un lavoro non rispondente alle esigenze dei cittadini, esponendo così i lavoratori pubblici a ingiuste critiche”.