L’Ugl scavalca i sindacati di sinistra e sigla il primo contratto per i “rider”

Storico accordo dell’Ugl, l’Unione generale del Lavoro. La cosa ha fatto imbufalire i sindacati di sinistra che non sono riusciti ad avere questo risultato. Non sarà perfetto, ma è il primno sindacato che si occupa di una categoria finora ignorata dalla triplice. Lo dice persino uno che se ne intende di queste materie. “Il contratto ha diverse lacune e difetti. Ma è pur sempre il primo del settore. E lo salva dalla paralisi cui sarebbe stato altrimenti condannato a fine ottobre dal d.l. n. 101/2019. A me sembra un buon motivo per salutarlo con, pur cauta, soddisfazione”. Lo dice l’esperto dei problemi del lavoro Pietro Ichino.
L’ira della triplice per il successo dell’Ugl
Che prosegue: “Invece nel giro di 48 ore sia il ministero del Lavoro sia Cgil-Cisl-Uil lo hanno bollato come contratto-pirata. Questa volta è il caso di dire: se davvero, a causa dell’inerzia di Cgil Cisl e Uil, occorre un pirata per evitare la paralisi, fortuna che ce n’è qualcuno in circolazione”. Così appunto il giuslavorista Pietro Ichino, in un intervento sul suo sito pietroichino.it, giudica il contratto di lavoro dei rider sottoscritto da Assodelivery, organizzazione di rappresentanza dell’industria del food delivery italiano, con l’Ugl, e le polemiche che ha scatenato.

Ichino: l’inerzia dei sindacati tradizionali
I sindacati vomitano veleno: “Assodelivery e Ugl firmano il primo contratto di lavoro per i rider. Ma certificano che quegli addetti alle consegne non devono avere diritti né salari adeguati e che i loro problemi di sicurezza sul lavoro non sono di interesse dei firmatari. Un’organizzazione di rappresentanza delle aziende che consegnano cibo – mai associata a nessuna confederazione datoriale – e una sigla sindacale ben poco rappresentative nel food delivery pretendono di mettere nero su bianco che il settore è senza diritti e, di fatto, decidono le regole per sdoganare il nuovo schiavismo”. Così, in una nota, Cgil, Cisl e Uil del Lazio sul contratto dei rider firmato da Assodelivery e Ugl.
Contro l’Ugl i sindacati si rivolgono a Zingaretti
“È ancora più grave -spiegano ancora i sindacati- che tutto questo accada dopo mesi di trattative al tavolo del governo con quelle stesse aziende e con i sindacati rappresentativi del settore. Quando la contrattazione era riuscita a produrre i primi risultati, anche tenendo conto di sentenze che vanno nella direzione opposta al contratto firmato. Già il ministero ha emesso uno nota dettagliata con la quale chiarisce le gravi incongruenze dell’accordo rispetto alle leggi vigenti”. “Nel settore – latrano ancora i sindacati – troviamo un’elevatissima precarietà, bassi salari, pochissimo diritti, un livello di sicurezza sul lavoro del tutto inadeguato. E queste difficoltà, in particolare per la salute e la sicurezza dei riders, sono aumentate in occasione della pandemia da Covid-19.
La sinistra minaccia la mobilitazione
E i sindacati scavalcato chiedono aiuto al loro punto di riferimento, il Pd. “La regione Lazio ha approvato, per prima in Italia, una legge regionale specifica per il settore e, tramite l’insediamento della Consulta regionale sul lavoro digitale avvenuto durante lo scorso luglio, ha avviato un percorso del tutto diverso. È giusta la presa di posizione di Zingaretti contro l’accordo, adesso c’è bisogno di azioni concrete per rimuoverlo”, spiegano le organizzazioni sindacali. E minacciano: “Se l’accordo non sarà rimosso, Cgil, Cisl e Uil regionali daranno il loro massimo appoggio alla mobilitazione”, concludono.