L’unico a doversi dimettere per le Rsa si chiama Alessio D’Amato

Alessio D’Amato zingaretti

Arriva netta la posizione che merita l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Costui, in preda ad uno spirito di rivalsa intollerabile, sta trascinando Zingaretti nei guai sulla questione delle Rsa. E per ora è rivolta a lui la polemica dei gestori della struttura di Rocca di Papa, oggetto dei suoi strali.

Il San Raffaele di Rocca di Papa “aveva chiesto fin dall’inizio dell’epidemia la possibilita’ di fare tamponi”, “anche a proprie spese”, possibilita’ “ripetutamente negata dall’assessorato alla Sanita’ del Lazio“. Carlo Trivelli, presidente del Gruppo San Raffaele, replica cosi’ all’assessore alla Sanita’ della Regione Lazio che oggi, nel consueto aggiornamento coronavirus, ha spiegato che il sindaco della cittadina in zona rossa ha chiesto di valutare il commissariamento della Residenza sanitaria assistenziale.

E’ Alessio D’Amato a dover rispondere

“Trovo singolare – dice Trivelli – l’atteggiamento dell’assessore alla Sanita’ D’Amato e del governatore Zingaretti.
Sembra l’ennesima punizione al San Raffaele perche’ si e’ permesso di chiedere i tamponi in anticipo. Zingaretti dovrebbe forse valutare la possibilita’ di commissariare l’assessorato alla Sanita’ invece dell’ospedale di Rocca di Papa.

All’interno della stessa Asl – osserva Trivelli – non esiste una struttura che non sia diventata covid: peccato pero’ che delle altre case di cura non ne sia stata commissariata nessuna fino a oggi nel Lazio,  nemmeno dove si registrano decine di morti”.

Non ci hanno fatto fare i tamponi a nostre spese

“La struttura di Rocca di Papa – prosegue ancora il presidente Trivelli – aveva chiesto fin dall’inizio dell’epidemia la possibilita’ di fare tamponi. Anche autonomamente e a proprie spese a tutela del proprio personale e dei propri malati. Una possibilita’ negata ripetutamente dall’assessore D’Amato, perfino dopo la circolare del ministero della Sanita’ che lo obbligava e le ulteriori sollecitazioni dalla San Raffaele e dalla Confindustria. Peraltro – ricorda Trivelli – solo venerdi’ scorso, dopo l’accaduto, la Regione Lazioha chiesto di poter ricoverare altri pazienti all’interno della stessa struttura.
Forse il San Raffaele deve pagare l’ennesimo dispetto perche’ ha rotto il muro del silenzio?”.