M5S, si vota il mandato zero. Salverà la Raggi, non la faccia del Movimento

La votazione inizierà oggi a mezzogiorno e si concluderà esattamente 24 ore dopo. Parliamo della possibilità di derogare al divieto di superare i due mandati elettivi, e di allearsi con i partiti tradizionali a livello locale. Cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle. Quando ancora i grillini dicevano di puntare alla moralizzazione del Paese. E non al mantenimento spasmodico della poltrona. Ma come diceva un protagonista di primissimo piano della Prima Repubblica quale Giulio Andreotti, il potere logora. Chi non ce l’ha. E adesso che hanno scoperto le stanze dei bottoni, i seguaci di Beppe Grillo non hanno alcuna intenzione di uscirne. Così le vecchie regole giacobine che il Movimento si era dato sono diventate ingombranti. E vanno tolte di mezzo. Anche alla svelta del resto. Perché tra pochi mesi si vota a Roma. E la Raggi in teoria non sarebbe ricandidabile. Perché è stata consigliera comunale dal 2013 al 2015. E poi sindaca dal 2016. Così ecco spuntare il quesito ad personam. Anche qui una vera e propria nemesi. Considerando che proprio contro le leggi ad personam si scagliavano i vari Di Maio e Di Battista. Sulla piattaforma Rousseau infatti si chiederà agli iscritti se sono d’accordo a contemplare un mandato zero. Che varrebbe per consiglieri municipali, presidenti di Municipio e consiglieri comunali. Guarda caso, proprio la fattispecie della Raggi. E il dietrofront è servito.

Raggi bis, mal di pancia anche da chi ci ha lavorato per quattro anni

Sulla piattaforma Rousseau si vota il mandato zero. La Raggi ringrazia, ma per i militanti grillini e’uno schiaffo in faccia

Se passerà il si al quesito sul mandato zero che a mezzogiorno di oggi apparirà  sulla piattaforma Rousseau, Virginia Raggi sarà ancora candidabile a sindaco di Roma. Nonostante stia già ricoprendo questa carica. E abbia già svolto il ruolo elettivo di consigliera comunale. Non per essere maliziosi, ma la domanda che si trova sulla piattaforma del Movimento sembra davvero fatta apposta. Infatti almeno per ora non si parla di parlamentari. E neppure di consiglieri regionali. Ma la deroga varrebbe esclusivamente per gli eletti nelle assemblee amministrative. Consigli municipali e comunali. Sindaci e presidenti di Municipio. E se non è un quesito ad personam questo, non si capisce quali lo siano. La giustificazione della deroga arriva dallo stesso capo politico del Movimento Vito Crimi. In un comunicato ripreso tra gli altri da Roma Today. Gli eletti negli enti locali più che un lavoro svolgono un’attività di servizio, ha dichiarato Crimi. E si sognano gli stipendi mirabolanti che spettano agli altri politici. In compenso sono in prima linea, impegnati 24 ore al giorno per risolvere i problemi dei cittadini. Quindi il limite dei due mandati non avrebbe senso. Giusto, e possiamo condividere in pieno queste riflessioni. Peccato però che quando erano gli altri al governo della città questa sensibilità non sia stata dimostrata. E che anche i duemila euro scarsi di un consigliere comunale possano essere un miraggio per un giovane disoccupato. Magari con la tessera del reddito di cittadinanza in tasca. E la sensazione sempre più forte di essere stato vittima di una colossale presa in giro.

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Enrico Stefano contrario al Raggi bis, la piattaforma Rousseau lo seguirà o il popolo grillino chinerà la testa?

Gia nei giorni scorsi il presidente della commissione trasporti in Campidoglio Enrico Stefano si era detto contrario ad ogni ipotesi di un Raggi bis. È mancata una visione della città, è andato giù pesante l’ex fedelissimo della sindaca. Adesso la scelta spetterà agli iscritti e ai simpatizzanti grillini. Quelli che oggi e domani potranno votare si o no al mandato zero sulla piattaforma Rousseau. Ci sarà uno scatto di orgoglio del popolo pentastellato, oppure anche gli elettori duri e puri chineranno la testa? Lo sapremo tra poco, ma è chiaro che restano molti dubbi. E in caso di vittoria del si potrebbe riaprirsi il tormentone su chi e che cosa rappresenti veramente il voto della piattaforma. Perché dallo streaming alla oligarchia telematica il passo può essere breve. Ma doloroso. E lasciare sul campo della democrazia morti e feriti. Un problema in più per Virginia Raggi e la sua campagna elettorale. Che se ci sarà, si annuncia tutta in salita.

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