Ma la giustizia massonica vale più di quella italiana? Scoppia la questione al Grande Oriente

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Si torna a parlare di Massoneria, dopo tanto tempo. E stavolta sembra che la questione sia grossa. Pochi italiani, soprattutto i più giovani, sanno cosa sia esattamente la Massoneria. Merito di quest’ultima, che si tiene piuttosto defilata dalle cronache e dalle polemiche politiche. I riti, le liturgie, sembrano classificarle tra le “sette”, ma non è affatto così. E’ molto di più. Lo racconta bene Rudyard Kipling, che era “libero muratore”, e che già nel 1888 raccontò questa realtà nei libro “L’uomo che volle essere re”. Poi diventato il film con Sean Connery “L’uomo che volle farsi re”, che fa risalire addirittura la Massoneria ai tempi di Alessandro Magno. Costui era nato all’incirca 300 anni prima di Cristo. Se è vero, la Massoneria ha origini molto antiche. Ma in realtà nulla si è mai saputo con esattezza, se non che il fascismo la mise fuorilegge.

La giustizia massonica vale più della Repubblica?

Ma oggi la questione torna di scottante attualità, perché addirittura si discute se la giustizia massonica debba valere di più di quella nazionale. Le indiscrezione sono state raccolte dal giornalista e scrittore Antonio Parisi, che ha pubblicato un articolo davvero informato e clamoroso sul sito Affaritaliani.it, non nuovo a questi scoop. Scrive infatti Parisi: “C’è aria di tempesta ai vertici del Grande Oriente d’Italia. Sul colle romano del Gianicolo, in quel di villa del Vascello dove ha sede la gran maestranza della maggiore organizzazione massonica italiana, era dai tempi della Repubblica Romana nel 1849 che non si registravano scontri. Ora invece una vera guerra civile, per fortuna non combattuta a schioppettate ma a colpi di carte, sta vedendo scontrarsi il gran maestro Stefano Bisi e il Gran Maestro aggiunto Claudio Bonvecchio”.

Lo scontro vede convolti i massimi vertici della Massoneria

A quanto pare lo scontro sembra vedere vincitore Bisi che dai primi di agosto ha sospeso da ogni funzione con decreto massonico Bonvecchio. Continua il racconto di Affaritaliani.it: “La diatriba tra Bisi, che di professione fa il giornalista, e Bonvecchio che è stato professore di Scienze politiche all’Università di Trieste, ha aspetti che potrebbero scatenare l’occhiuto interesse di qualche Procura. Bonvecchio con un suo appello a Bisi 23 luglio ha supplicato il gran maestro di sospendere una circolare del 20 luglio firmata dal gran segretario del Grande Oriente in cui si afferma, secondo quanto riportato da Bonvecchio, la prevalenza della giustizia interna del Grande Oriente (si spera per i soli massoni) su quella della Repubblica Italiana”. In effetti la questione potrebbe essere grave.

Violata la Costituzione della Repubblica?

Secondo il Gran Maestro Aggiunto “nella circolare vi si possono ravvisare la violazione della stessa Costituzione della nostra Repubblica, le leggi dello Stato alle cui istituzioni i massoni giurano fedeltà e rispetto”. La diatriba per la verità si è sempre registrata, apertamente o velatamente, in tutte le società segrete o semisegrete, ma stavolta è uscita allo scoperto. Continua Parisi: “Intanto Bonvecchio era stato fatto oggetto di una “tavola di accusa” (atto che deferisce un massone al tribunale interno) per aver difeso il noto fratello massone l’avvocato Antonino Salone, sanzionato dal tribunale interno del Goi per aver espresso opinioni su fatti esterni al Grande Oriente d’Italia”. Bonvecchio, però, ha rifiutato di soggiacere al processo massonico che si è svolto il 29 luglio.

Sospeso il Gran Maestro Aggiunto

Parisi riporta ancora l’epilogo parziale: “Conclusione, Bisi lo ha castigato con il decreto del primo agosto che sospende il professore. Sottovoce un Fratello di Roma che, con l’aria che tira chiede la massima riservatezza, ci confessa: “Era dai tempi della Loggia Propaganda 2, la P2, che lo scontro all’interno del Goi non raggiungeva livelli così alti. Speriamo non intervenga la procura della Repubblica”…

(Foto: sito del Grande Oriente)