Maccarese, batosta per il noto stabilimento-ristorante: dovrà pagare al Comune l’intera concessione senza sconti

Maccarese, la zona in cui insiste il noto stabilimento

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Maccarese, comune di Fiumicino: è una sentenza che pesa come un macigno quella emessa il 29 maggio 2025 dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. La storica concessione demaniale marittima affidata alla società L., nota per la gestione dello stabilimento-ristorante situato a Maccarese, dovrà essere pagata per intero. Il ricorso presentato contro l’“Ordine di Introito” del 10 settembre 2020, in cui si contestava l’importo del canone annuo richiesto dal Comune di Fiumicino, è stato respinto in ogni sua parte.

Il nodo del canone e l’effetto Covid: il caso Maccarese

La società ricorrente aveva puntato sull’effetto della pandemia da Covid-19, ritenendo di avere diritto a una riduzione del 50% del canone per l’anno 2020, appellandosi a norme nazionali e regionali. Ma il TAR ha stabilito che l’emergenza sanitaria, per quanto grave, non ha ridotto l’utilizzo fisico del bene demaniale.

In altri termini: il ristorante ha potuto operare sull’area concessa, anche se con meno clienti. E per la legge, è la limitazione fisica dell’uso del bene – non la ridotta redditività – a giustificare uno sconto.

Non solo. Il tribunale ha chiarito che la norma invocata non si applica al caso in questione e che, anzi, nel 2020 il legislatore ha esplicitamente escluso la possibilità di applicarla alla pandemia. Le eventuali perdite economiche da Covid erano da compensare con altre misure emergenziali previste dal governo, non con tagli unilaterali ai canoni di concessione.

Opere e pertinenze: lo Stato incassa

Altro punto centrale del ricorso era la contestazione sulla classificazione delle opere presenti sull’area in concessione. La società sosteneva che si trattasse di strutture removibili, realizzate dal privato e mai entrate nel patrimonio dello Stato. Il Tar ha ribaltato la tesi: quelle opere, già oggetto di precedenti concessioni datate 27 giugno 1994 e 10 novembre 1998, risultano acquisite al demanio e pertanto rientrano nel computo per il calcolo del canone.

La sentenza ricorda inoltre che in una specifica autorizzazione del 11 dicembre 2014, le stesse strutture venivano esplicitamente classificate come “pertinenze demaniali”. Questo dettaglio ha reso infondata la contestazione avanzata dalla società, che non ha saputo indicare nemmeno l’estensione precisa delle pertinenze contestate.

La classificazione OMI non cambia la cifra, per Fiumicino-Maccarese

Infine, la società L. ha provato a ottenere una riduzione del canone appellandosi a una diversa valutazione del valore dell’area. Secondo i ricorrenti, si sarebbe dovuto applicare il valore OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare) per immobili “terziari” anziché per quelli “commerciali”, più elevati. Il riferimento era a una sentenza del Tribunale di Velletri che, però, riguardava un caso specifico ad Anzio e non vincolava in alcun modo la situazione di Maccarese.

Il Tar ha ricordato che la classificazione va fatta sulla base dell’attività effettivamente svolta. E nel caso della L. si tratta di un’attività a tutti gli effetti commerciale: bar e ristorazione non rientrano nel settoreterziario”. L’utilizzo dell’area, quindi, deve essere valorizzato secondo i parametri stabiliti per il commercio, senza eccezioni.

Una sconfitta netta per lo stabilimento di Maccarese, senza margini

La sentenza non lascia spiragli. Il Tar ha rigettato tutte le eccezioni sollevate dalla società, confermando la legittimità dell’azione amministrativa del Comune di Fiumicino. Né l’effetto pandemia, né la presunta irregolarità della classificazione delle pertinenze, né i criteri di calcolo del canone hanno trovato accoglimento. La concessione va pagata integralmente, come previsto.

Una vicenda che segna un precedente importante per tutti gli stabilimenti balneari e le attività commerciali che, negli anni della pandemia, hanno tentato – spesso senza successo – di ridiscutere le condizioni economiche delle concessioni pubbliche. La linea della giustizia amministrativa appare ormai tracciata: il Covid non basta per ottenere sconti automatici sul canone demaniale.