Madre e bambino, un legame che cura: la Sapienza celebra l’unità materno-infantile
Sapienza Università di Roma ha ospitato un congresso di grande rilievo dedicato a un tema cardine per la medicina e la società contemporanea: la diade materno-infantile, un’unità biologica, psicologica e relazionale che rappresenta il cuore del benessere individuale e collettivo.
Durante l’evento, intitolato “La diade materno-infantile: un’Unità Centrale nel Percorso di Salute”, medici, ricercatori e specialisti hanno discusso l’importanza di un approccio integrato alla cura della madre e del neonato, sottolineando come la salute del bambino sia inscindibilmente legata a quella della madre sin dalle prime fasi della vita.
Un incontro per promuovere un nuovo modello di salute condivisa tra madre e neonato
Il congresso, organizzato presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, ha visto la partecipazione di numerosi esperti nel campo dell’infettivologia, della pediatria, dell’ostetricia e della psicologia perinatale.
Tra gli interventi più attesi, quello del Responsabile della Segreteria della Presidenza del Consiglio Regionale Fabio Sabbatani Schiuma, che ha posto l’accento sull’importanza di un monitoraggio costante del rapporto madre-bambino non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello emozionale e relazionale.

Secondo Sabbatani Schiuma, «la diade madre-bambino è una realtà biologica e affettiva che va tutelata in ogni fase del percorso di salute: dalla gravidanza al parto, fino al primo anno di vita». Un concetto che si intreccia con le più recenti evidenze scientifiche secondo cui l’interazione precoce e il contatto fisico influenzano lo sviluppo neurologico e immunitario del neonato.
La salute come equilibrio
Nel corso della giornata, si è discusso di come la salute materno-infantile debba essere considerata una priorità di salute pubblica, in quanto la qualità del legame primario tra madre e figlio incide profondamente sullo sviluppo cognitivo, affettivo e comportamentale del bambino.
Medici, ostetriche e psicologi hanno illustrato programmi di prevenzione e sostegno che puntano a rafforzare la rete di assistenza territoriale, rendendo più efficiente la collaborazione tra ospedali, consultori e servizi sociali.
Il congresso ha rappresentato non solo un momento di confronto scientifico, ma anche un invito a ripensare le politiche sanitarie in un’ottica più umana, dove il benessere del singolo diventa espressione della salute collettiva.