Mafia ad Aprilia: operazione ‘Assedio’, oggi al via il maxi processo

Parte oggi, 10 giugno, davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina il processo per l’inchiesta “Assedio”, che un anno fa ha travolto il Comune di Aprilia, sciolto per infiltrazioni mafiose. Tra gli imputati, l’ex sindaco Lanfranco Principi e una rete di imprenditori, esponenti di clan e intermediari, coinvolti, secondo l’accusa, in una rete malavitosa che unisce Aprilia a Roma, passando da Pomezia.
L’operazione “Assedio”
Tutto è cominciato con l’operazione “Assedio”, l’operazione della Direzione Investigativa Antimafia scattata un anno fa, con un blitz che ha portato a diciotto arresti e sequestri tra Roma, Pomezia e Aprilia. Per gli inquirenti, dietro c’erano famiglie e clan storici: i Senese da Roma (Vincenzo, primogenito di Michele detto “o pazz”), i Nicoletti legati alla Banda della Magliana (Antonio, figlio del cassiere, che aiutava anche il boss Messina Denaro), e figure locali come Sergio Gangemi di Latina e Lombardi di Pomezia. Nei fascicoli compare persino un presunto quadro di usura da 300 mila euro in favore di Gangemi, ricostruito dagli uomini della DIA attraverso le dichiarazioni di un collaboratore. La vittima, secondo il collaboratore, in 4 anni aveva restituito 80 mila euro di interessi, oltre al capitale.

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I primi verdetti a Roma: condanne per 140 anni
Nei giorni scorsi, la Procura di Roma ha inflitto condanne per un totale di 140 anni di carcere: 14 anni per Muscariello, ex manager del Latina calcio, 12 per Lombardi che “comandava” Pomezia, 8 per Nicoletti. I giudici hanno stabilito che queste figure hanno svolto un ruolo centrale nel riciclaggio e nel prestito usuraio.
Per gli inquirenti, Roma non era palcoscenico, ma nodo nevralgico di un network che, grazie ai legami con la camorra (D’Amico/Mazzarella) e alle “piazzate” di petrolio controllate da Lady Petrolio, ha esteso i suoi tentacoli fino in Veneto e Sicilia. I magistrati definiscono l’operazione “Assedio” come un vero e proprio laboratorio criminale, dove clan storici e innovatori del crimine si scambiano ruoli e risorse.
Il processo ad Aprilia
Oggi si apre il dibattimento per 26 imputati – tra cui l’ex sindaco, imprenditori e boss – davanti al giudice Elena Nadile, con i colleghi Villani e Romano. Secondo l’accusa, l’ex sindaco Lanfranco Principi avrebbe agevolato interessi della cosca nel tessuto urbano di Aprilia, favorendo alcune imprese e ostacolando i controlli. I capi di imputazione per i vari imputati vanno dall’usura, estorsione, intestazione fittizia, al concorso esterno in mafia. Si contano sequestri per oltre 131 milioni di euro, società cartiere e paradisi fiscali. È proprio questo punto – il cosiddetto “concorso esterno in associazione mafiosa” – che dovrà essere chiarito nel processo. Il Comune, insieme all’associazione Libera, si è costituito parte civile per chiedere giustizia.