Magliana, complesso “Marriott”: esposto del consigliere Palma alla Corte dei Conti e all’avvocatura di Roma

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Al centro della disputa un asilo nido da 60 posti promesso come contributo straordinario di urbanizzazione e mai realizzato. Dopo vent’anni, il caso torna d’attualità.

La deroga urbanistica in cambio di un asilo nido

Tutto parte da un accordo preciso, messo nero su bianco. Con la delibera comunale n. 229 del 15 settembre 2005, il consiglio comunale di Roma autorizzava la costruzione in deroga del complesso alberghiero Marriott alla Magliana – ex area Alitalia – a patto che la società proponente, RussottFinance S.p.A, realizzasse a proprie spese un asilo nido da 60 posti nel territorio dell’allora Municipio XV (oggi Municipio XI).

L’opera, stimata in 1,2 milioni di euro, doveva essere completa di arredi e suppellettili e ceduta gratuitamente a Roma Capitale. La promessa era sancita da un atto d’obbligo notarile (Repertorio 121104, Notaio Cinotti) e definita come contributo straordinario volontario di urbanizzazione.

Il mancato rispetto dell’impegno

Nonostante l’accordo e le scadenze fissate, l’asilo nido non è mai stato realizzato. Già nel 2012 il consiglio del Municipio XV aveva segnalato formalmente l’inadempienza, aprendo interlocuzioni con la società e con gli uffici capitolini.

L’Ufficio Programmazione e Attuazione Urbanistica (PAU), con nota dell’11 dicembre 2012, aveva costituito in mora la RussottFinance S.p.A., intimandole di adempiere all’impegno. Ma, come ricorda oggi il consigliere Marco Palma, quelle diffide non hanno prodotto risultati concreti.

Secondo Palma, la società avrebbe perfino commissionato la progettazione dell’asilo, senza però onorare il pagamento e senza procedere alla costruzione. Ogni tentativo di incontro formale tra Municipio e società sarebbe stato rinviato più volte.

L’esposto alla Corte dei Conti e all’Avvocatura

Dopo aver presentato una nuova interrogazione in consiglio, il consigliere del Municipio XI ha deciso di passare alle vie formali, inviando una nota ufficiale all’avvocatura di Roma Capitale e alla Corte dei Conti.

Le richieste di Palma sono chiare: valutare un possibile danno erariale e d’immagine per Roma Capitale a causa della mancata realizzazione dell’opera pubblica promessa; revocare le concessioni edilizie legate alla delibera n. 229/2005, visto il mancato rispetto dell’atto d’obbligo; aprire un tavolo tecnico con l’assessore all’Urbanistica, l’Avvocatura e gli uffici competenti per far rispettare l’accordo.

Una vicenda che pesa da vent’anni

Il progetto del complesso alberghiero Marriott affonda le sue radici alla fine degli anni ’90. La concessione edilizia iniziale (n. 10160/c) risale all’11 dicembre 1999 ed è stata modificata nel 2001. Nel 2004 la proprietà chiese una deroga agli indici del Piano Regolatore Generale, offrendo in cambio l’asilo nido come compensazione urbanistica.

Oggi, a distanza di quasi vent’anni, l’hotel è attivo, ma l’infrastruttura pubblica promessa non è mai stata consegnata. Il tema era già stato discusso nel 2017 dalla commissione controllo, garanzia e trasparenza di Roma Capitale, ma la vicenda è rimasta irrisolta.

Le prossime mosse

Ora la palla è nelle mani dell’avvocatura capitolina, che dovrà decidere se avviare un’azione legale o amministrativa per il recupero dell’impegno. Il caso Marriott rischia di diventare un test per la capacità delle istituzioni locali di far rispettare gli accordi stipulati con i privati, soprattutto quando riguardano opere pubbliche strategiche per la comunità.