Magliano Romano, ‘No” ai rifiuti 300% fuorilegge e all’ampliamento della discarica: stop alle ‘delibere Zingaretti’

Magliano Romano, ‘No” ai rifiuti 300% fuori-legge e all’ampliamento discarica: stop (definitivo) alle ‘delibere Zingaretti’. Il Consiglio di Stato (secondo e ultimo grado della Giustizia Amministrativa) ha annullato in via definitiva le deliberazioni classe 2016 e 2022 della Regione Lazio all’epoca guidata dal governatore Nicola Zingaretti (attuale capogruppo dem in UE) che prevedevano sia una deroga del 300% agli inquinanti presenti nei rifiuti da interrare nella locale discarica di Monte delle Grandine nel comune di Magliano Romano, che al successivo ampliamento dello stesso cimitero dei rifiuti.
Il primo provvedimento del 2016, in particolare, autorizzava un incremento degli inquinanti presenti nei rifiuti trattabili nel sito fino a un +300% rispetto ai limiti stabiliti dalle norme di settore. Il secondo provvedimento del 2022, che sostituiva il primo, prevedeva anche l’ampliamento del sito industriale, ossia della stessa discarica.

Decisioni che avevano sollevato immediatamente proteste da parte di cittadini, comitati locali e amministrazioni comunali, e che ora vengono definitivamente sconfessate dalla giustizia amministrativa.
La discarica di Magliano Romano in deroga alle regole ambientali, Zingaretti sbaglia due volte
Secondo i giudici amministrativi, le autorizzazioni concesse alla società che gestisce la discarica non erano conformi agli standard ambientali previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
Le delibere regionali emesse sotto la guida della Giunta Zingaretti, sia la prima che la seconda Giunta Zingaretti, secondo la sentenza, si sono tradotte in una forzatura delle regole, giustificata con motivazioni emergenziali che non trovavano riscontro nei dati reali. In altre parole, l’aumento di inquinanti e di volumetrie non erano né necessarie né compatibili con l’interesse pubblico, configurando un uso distorto degli strumenti amministrativi.
Un carico insostenibile per la discarica di Magliano Romano
Il potenziamento del sito di smaltimento, situato a pochi chilometri dal centro abitato di Magliano Romano, avrebbe comportato un impatto devastante per l’ambiente e la salute dei residenti.
L’aumento degli inquinanti e delle volumetrie, il rischio di contaminazione delle falde acquifere e l’aggravamento della qualità dell’aria sono solo alcuni degli effetti collaterali evitati grazie all’intervento del Consiglio di Stato ora e ancora prima del Tar Lazio. Già oggi, secondo le rilevazioni ambientali disponibili, l’area presenta criticità legate alla gestione dei rifiuti e alle emissioni odorose. L’incremento previsto avrebbe reso la situazione del tutto ingestibile.
La Regione (Giunte Zingaretti) nel mirino della magistratura
Il verdetto rappresenta un colpo pesante per la Regione Lazio, già oggetto di critiche per l’assenza di una pianificazione efficace e sostenibile.
Il Consiglio di Stato ha evidenziato come le delibere Zingaretti (prima e seconda Giunta) ignorassero probabilmente deliberatamente le prescrizioni nazionali e comunitarie. La forzatura è stata interpretata dai giudici come una violazione sostanziale del principio di legalità amministrativa.
Un precedente pericoloso evitato, per la discarica di Magliano Romano ma non solo
Se le delibere fossero rimaste in vigore, si sarebbe creato un precedente capace di compromettere l’intero sistema di pianificazione ambientale nel Lazio. Il rischio era quello di trasformare ogni vincolo tecnico in una semplice “raccomandazione” superabile con atto politico.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato ripristina l’equilibrio tra potere amministrativo e tutela ambientale, riaffermando il principio secondo cui le emergenze non possono giustificare l’aggiramento delle regole.
Una battaglia vinta dalla cittadinanza attiva
La decisione del Tribunale non è solo un atto giuridico, ma il risultato di una mobilitazione costante e determinata da parte dei cittadini di Magliano Romano.
Per mesi, i comitati locali hanno documentato le criticità dell’impianto, coinvolgendo tecnici indipendenti e portando la questione all’attenzione nazionale. La sentenza è anche un segnale forte a favore della partecipazione civica e del diritto delle comunità locali a difendere il proprio territorio da scelte imposte dall’alto e prive di fondamento tecnico.
Prossimi scenari: gestione dei rifiuti ancora in stallo
Con l’annullamento delle delibere, il Lazio si ritrova ancora una volta a fare i conti con una gestione dei rifiuti emergenziale e priva di soluzioni strutturali. L’assenza di nuovi impianti, l’insufficienza della raccolta differenziata e il continuo ricorso a discariche-inceneritori sovraccariche/i mettono a rischio la tenuta del sistema.
La vicenda di Magliano Romano dimostra che scorciatoie amministrative non possono sostituire una strategia sostenibile e condivisa. Ora tocca alla nuova amministrazione regionale Rocca trovare un’alternativa che non sacrifichi territori e comunità.