Mala sanità, anziana di 85 anni passa dieci ore in ambulanza al Pronto soccorso del S.Filippo

Ancora un caso grave di mala sanità, che si è registrato questa notte a Roma. Quando un’anziana donna di 85 anni è arrivata in ambulanza all’ospedale S. Filippo Neri. Direttamente dalla Rsa Anni Azzurri, dove intanto è scoppiato un focolaio di covid. Sarebbe stata la stessa struttura ad aver chiamato il 118, viste le condizioni dell’anziana paziente. Che stava male, con una sospetta polmonite da coronavirus. E che tra l’altro è anche malata di Altzheimer. Ma un volta giunti al Pronto soccorso del nosocomio romano e’venuta la doccia fredda. Infatti nessun letto era disponibile nell’immediato. E la struttura emergenziale dedicata al covid chiusa prima dell’estate non è stata ancora riattivata. Infatti il S. Filippo Neri rientra tra quegli ospedali dei quali ha parlato l’assessore alla salute Alessio D’Amato. E che saranno potenziati a brevissimo per un totale di ulteriori 1035 posto letto. Dei quali poco più di 200 dovrebbero aprire proprio in questo sito. Ma almeno fino alla scorsa notte, dei nuovi letti non c’era traccia. E anche i reparti per le normali degenze risultavano al completo. Così la signora F.G. (iniziali fittizie ndr) è stata tenuta per 10 ore dentro all’autoambulanza. Prima che per lei fosse disponibile un letto. Una vicenda assurda, che la dice lunga sull’emergenza sanitaria in cui si trova la Regione Lazio. Come se gli otto mesi dal lockdown di marzo non fossero mai passati.

Al S. Filippo non c’è posto per un’anziana paziente covid. Ma i nuovi letti di Zingaretti e D’Amato dove sono?

Non può succedere che a nove mesi dallo scoppio dell’epidemia una signora di 85 anni malata di covid passi la notte in ambulanza. Per la mancanza di un letto dove poterla accogliere e ricoverare. Eppure è accaduto proprio ieri al S. Filippo Neri. E la colpa non è certamente dei medici o degli operatori sanitari, che ce la stanno mettendo tutta per arginare la frana. Ma di chi dovrebbe decidere e sta facendo passare troppo tempo. E anche nel coordinamento qualcosa non sta funzionando. Perché se il trasferimento dell’anziana donna al S.Filippo è stato disposto direttamente dalla Rsa Anni Azzurri, possibile che nessuno abbia avvertito la residenza sanitaria? Che di posti liberi nell’ospedale romano proprio non ce n’erano? Interrogativi ai quali ora qualcuno dovrà rispondere. Perché è immorale trattare così degli esseri umani. A maggior ragione se avanti con gli anni e malati. Vedremo se nelle prossime ore arriveranno i nuovi letti promessi dalla Regione. Che dovrebbero portare ad oltre 2500 i posti dedicati al covid, dei quali circa 500 di terapia intensiva e sub intensiva. Intanto però qualcuno alla sfortunata signora e ai suoi familiari dovrebbe  chiedere scusa. Dopo quanto successo, ci sembra veramente il minimo.

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