Malagrotta bonificata o riaperta? Dall’ex sindaco Marino ai grillini tutti contro Gualtieri
“Il capping, la tanto attesa copertura della discarica di Malagrotta la faranno con i rifiuti del Fos, la frazione organica stabilizzata prodotta con gli scarti dei Tmb: 250 milioni di euro investiti per 300mila tonnellate, operazione che andrà avanti da qui al 2026. Insomma, Gualtieri e Zingaretti spacciano per bonifica la riapertura di Malagrotta: un’idea, quella del Fos, che per intenderci era di Manlio Cerroni. Al ridicolo non c’è mai fine: e intanto i cittadini romani pagheranno caro tutto questo sulla loro pelle”.Così in una nota l’ex assessore della Giunta Raggi, oggi capogruppo del M5S in Campidoglio Linda Meleo.
Malagrotta: 250 milioni di euro pubblici per “bonificarla”
Malagrotta è la più grande discarica d’Europa, chiusa nel 2013 dal sindaco Marino, ma mai bonificata, come prevedeva e prevede tutt’oggi la legislazione in materia di discariche.
L’accordo tra Governo, Regione Lazio e Comune di Roma ha permesso di avviare le procedure per le operazioni di capping della discarica di Malagrotta, fanno sapere da Regione e Campidoglio. “La conclusione degli interventi e la rigenerazione dell’area” è prevista “entro il 2025” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio.”Avvieremo da subito un percorso di confronto con i Municipi interessati e con i residenti della Valle Galeria per costruire insieme a loro un programma di interventi per la realizzazione di un grande parco e di aree attrezzate, per fare in modo che quella che per decenni ha rappresentato un grave vulnus ambientale diventi una nuova opportunità per la riqualificazione di questo territorio” aggiunge Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma.
In realtà, secondo l’ex sindaco Ignazio Marino, le cose vanno viste sotto un’altra ottica. «Invece di obbligare l’imprenditore privato a seguire le norme – scrive su Fb Marino – stanziano 250 milioni di denaro pubblico, cioè delle tasse dei cittadini che hanno subito il danno e non dell’imprenditore che ha percepito il profitto. Tutti esultano e aggiungono che poi, in futuro, pretenderanno che il denaro venga rimborsato allo Stato dall’imprenditore privato (che ha 95 anni e immagino sia assai soddisfatto di questa decisione concordata da tutte le Istituzioni). C’è da riflettere».