Marina di Ardea, da cantina a casa, ma senza utilizzare la nuova legge della Regione Lazio: ecco come

Ardea, la cantina di casa diventa una abitazione, foto generica non riconducibile all'articolo in alcun modo

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Ad Ardea, nel cuore di Marina di Tor San Lorenzo, un ‘nuova’ abitazione ha visto la luce da quello che un tempo era solo uno spazio di servizio: una cantina. L’intervento riguarda un immobile in via Arianna, di proprietà di una signora, che ha ottenuto l’autorizzazione paesaggistica dal Comune per trasformare il locale in abitazione civile. Un passaggio non scontato, soprattutto perché la zona è sottoposta a vincoli paesaggistici stringenti.

Ma il Comune di Ardea ha dato il via libera, aprendo la strada a un caso emblematico che dimostra come sia possibile ottenere una sanatoria senza ricorrere necessariamente alla nuova legge regionale sul ‘recupero’ di garage e cantine. In sostanza, il Comune di Ardea non ha utilizzato, dal punto di vista formale, la recente e controversa legge della Regione Lazio approvata a luglio scorso relativa proprio alla possibilità dii trasformare i seminterrati il luoghi abitabili.

Un condono “storico” sulla cantina di Ardea

L’iter amministrativo seguito dal Comune di Ardea è stato un altro. Prima di tutto, è utile spiegare che la vicenda parte da lontano. L’immobile era già interessato da una domanda di condono edilizio risalente al 1986, ai sensi della storica legge 47/85. Proprio questo elemento avrebbe reso possibile oggi – secondo il Comune di Ardea – la regolarizzazione del cambio di destinazione d’uso, ma senza utilizzare l’escamotage – per così dire – della nuova legge della regione Lazio. Ma un ‘normale’ e vecchio condono edile.

In concreto, l’ex cantina di Ardea è diventata una casa, a cui si aggiungono la chiusura di una veranda e la costruzione di una piccola cantina di pertinenza. Tutto in difformità rispetto al titolo edilizio originario, ma comunque regolarizzabile, secondo il Comune di Ardea, visto che le opere risalgono a prima del 1977, quando ancora non era entrata in vigore la cosiddetta “legge Galasso” sulla tutela dei paesaggi.

I vincoli paesaggistici su Ardea

L’area interessata non è una qualunque. Via Arianna ricade infatti in una zona dichiarata di notevole interesse pubblico sin dal 1954 e sottoposta a vincoli stringenti previsti dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR). In più, il terreno è gravato da usi civici, cioè diritti collettivi di godimento da parte della popolazione locale, un tema che da anni rappresenta una spina nel fianco di molti proprietari ad Ardea. Nonostante ciò, l’istruttoria tecnica ha stabilito la compatibilità dell’intervento, nel rispetto delle norme paesaggistiche vigenti.

Silenzio-assenso della Soprintendenza su Ardea

Uno snodo cruciale della vicenda è arrivato quando la documentazione è stata inviata alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. I tecnici avevano 45 giorni di tempo per esprimere un parere vincolante. Ma i giorni sono trascorsi senza risposta. E così, per legge, è scattato il meccanismo del “silenzio-assenso”. Una condizione che ha permesso al Comune di Ardea di procedere al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, facendo salve alcune prescrizioni di carattere tecnico.

Una sanzione per regolarizzare

Come spesso accade in queste procedure, la regolarizzazione non è arrivata a costo zero. La proprietà ha infatti dovuto versare al Comune di Ardea una sanzione pecuniaria di 489,33 euro, a titolo di oblazione per l’abuso edilizio. Una cifra contenuta, soprattutto se confrontata con le somme molto più alte che spesso vengono richieste in casi analoghi. Ma il pagamento era condizione necessaria per completare la sanatoria.

Compatibilità e prescrizioni

Il parere conclusivo del Comune di Ardea ha definito l’intervento “compatibile” con i criteri paesaggistici. Tuttavia, l’autorizzazione è stata concessa con alcune prescrizioni importanti: l’opera riguarda solo quanto già realizzato prima del 1977; resta salvo il diritto dell’amministrazione di effettuare ulteriori verifiche urbanistiche; non sono superabili eventuali vincoli di assoluta inedificabilità previsti dalla legge. In altre parole, la trasformazione della cantina in abitazione è valida, ma non apre la strada ad ampliamenti o nuove costruzioni fuori dalle regole.

Una strada diversa dalla nuova legge regionale

Il caso di via Arianna è emblematico anche per un altro motivo. Proprio quest’anno, la Regione Lazio ha introdotto una nuova legge che facilita il recupero dei locali seminterrati e sottotetti a uso abitativo. Ma in questo caso non è stato necessario applicarla.

Il condono edilizio degli anni ’80, unito alla normativa paesaggistica, ha permesso di arrivare allo stesso risultato: trasformare un locale non residenziale in una casa a tutti gli effetti. Un messaggio chiaro per chi si trova in situazioni analoghe: a volte il passato burocratico di un immobile può essere la chiave per regolarizzare il presente.

Le ricadute sul territorio

Vicende come questa si intrecciano con un tema più ampio: il destino urbanistico e paesaggistico di Tor San Lorenzo, una delle zone più delicate del litorale laziale. Negli ultimi decenni l’area ha vissuto uno sviluppo edilizio spesso caotico, segnato da abusi e successivi condoni. Oggi il Comune di Ardea si trova a dover bilanciare due esigenze: tutelare il paesaggio, vincolato e prezioso, e rispondere alla domanda di abitazioni regolari da parte dei cittadini. L’autorizzazione concessa alla signora è un tassello in questo difficile equilibrio.

Il futuro delle sanatorie ad Ardea

La decisione del Comune di Ardea potrebbe fare scuola? Molti altri immobili del territorio si trovano in condizioni simili: locali tecnici, magazzini o cantine trasformati di fatto in case senza titolo. Ora, con la combinazione di vecchi condoni e nuove leggi regionali, esistono strumenti per regolarizzare. Ma ogni pratica resta complessa, incerta e soggetta a vincoli severi. Ecco perché il caso di via Arianna non è solo una vicenda privata, ma una finestra sul futuro urbanistico di Ardea.