Marino “in stallo”: amministrazione al bivio tra promesse e realtà

Se tre anni fa in tanti avevano immaginato Marino come una nuova stagione di progresso e innovazione, oggi quella visione sembra irrigidirsi in un quadro di sterilità politica, scarsa trasparenza e un’urbanistica sempre sotto la lente. L’amministrazione guidata da Cecchi avrebbe puntato a gestire il territorio con competenza, ma a metà del percorso i cittadini denunciano una città senza slancio, segnata da regole opache, concorsi poco chiari e un piano urbanistico che sembra bloccato per sempre.
Il PUCG: da modello pionieristico a dossier dimenticato
Nel 2021 Marino aveva varato il primo Piano Urbanistico Comunale Generale (PUCG) nel Lazio, un modello a consumo zero di suolo che prometteva uno sviluppo sostenibile. Ma a distanza di mesi, le “clausole di salvaguardia” sono scadute e il piano non è stato portato alla fase successiva, riportando il Comune al vecchio, meno ambizioso, PRG. Nello stesso tempo, ex assessori ed esperti locali segnalano una drammatica carenza di azioni amministrative: nessuna delibera, nessun passaggio in Consiglio, bilanci fermi come un ingranaggio bloccato.

Concorsi, fondi persi e apparente arrogante indifferenza
Non basta: secondo voci di corridoio sempre più insistenti, i concorsi pubblici sembrerebbero orchestrati in modo da favorire amici, parenti o referenti politici. Il tema del PNRR è un altro capitolo doloroso: sarà difficile mostrare risultati concreti se mancano progetti avviati e fondi intercettati. Intanto, per i cittadini, ogni buona speranza si infrange contro una città in apprensione, priva di slancio, trasparenza e fiducia istituzionale.
Il PUCG “congelato” come recente autogol
Il recente cambio di rotta sul piano, che pare rifondare le regole del gioco con cubature blindate e senza margine di modifica futura, rischierebbe di vincolare Marino per anni, senza spazio per aggiustamenti di direzione. Ma se davvero si punta a una città moderna e vivibile, non si può rinchiudere lo sviluppo in un “guanto” di rigidezza normativa.
Dov’è la trasparenza promessa?
A far discutere è anche la totale mancanza di organi di controllo interni, come i probiviri, che impedisce di contestare le decisioni. Il sospetto è che le mancate risposte non siano casuali, ma parte di una strategia lenta e soffocante, dove la forma prende il sopravvento sulla sostanza. Ma un’amministrazione che pretende di guidare il futuro senza interlocutori credibili, rischia di perdere la fiducia di chi la vive tutti i giorni.
La minoranza – Movimento 5 Stelle e Pd in testa – propone alla Regione un commissario ad acta per sbloccare la paralisi urbanistica . Dall’altra parte, la Giunta risponde difendendo scelte ecologiche, come il no all’inceneritore, e criticando progetti su rotatorie e ciclabili troppo frettolosi. Ma senza visione complessiva, anche iniziative apprezzabili rischiano di apparire isolate.
Marino: tra passato cementificato e futuro incerto
La storia urbanistica di Marino è caratterizzata da espansioni immobiliari e lotte ambientali, con episodi molto caldi come il caso Divino Amore degli anni 2010–2015. Oggi il timore più grande è che, senza una nuova stagione di ascolto, serietà e apertura, si possa tornare a scenari già criticati in passato.
Marino rischia di restare un cantiere aperto soltanto nei proclami, ma bloccato nei fatti. Se la Giunta riprenderà davvero la strada delle riforme, serve il coraggio di aprire dibattiti pubblici, coinvolgere tecnici e cittadini, e riaffermare il diritto a una città sostenibile e condivisa. Altrimenti, la promessa di un “rilancio” rischia di rimanere un’altra occasione persa in un territorio stanco, alla ricerca di una guida credibile.