Marino, mancano i posti per i “nuovi morti”: al via le estumulazioni nel cimitero monumentale, ma è davvero tutto legale? (FOTO)

cimitero monumentale Marino

Contenuti dell'articolo

Se i morti potessero parlare, forse avrebbero qualcosa da ridire. A Marino, ai Castelli Romani, il cimitero monumentale sta diventando teatro di un’operazione che solleva più di un dubbio e parecchia indignazione. A firmare l’ordinanza è il sindaco Stefano Cecchi, ma a far discutere è il contenuto: decine di loculi — alcuni dei quali ospitano salme da oltre cinquant’anni, altri senza più lapidi né identità visibili — saranno aperti ed estumulati per “fare spazio”. Una scelta che, seppur legittimata da leggi e regolamenti, lascia aperte molte domande: dove finisce il diritto alla memoria e dove inizia l’urgenza amministrativa?

Marino “in stallo”: amministrazione al bivio tra promesse e realtà

Un cimitero monumentale che rischia di perdere la sua anima

La delibera n.158 del 23 giugno 2025 parla chiaro: a causa della carenza di loculi, il Comune procederà all’estumulazione delle salme tumulate da oltre 50 anni. Fin qui, nulla di clamoroso, se non fosse che il provvedimento riguarda il cimitero monumentale, un luogo che dovrebbe essere protetto e valorizzato come parte del patrimonio storico e identitario della città.

La questione si complica con l’estensione delle operazioni anche a loculi privi di lapide, per cui, secondo quanto scritto nell’ordinanza, mancherebbero dati anagrafici riconducibili ai defunti. L’apertura di queste tombe sarà finalizzata all’identificazione dei resti e — se le condizioni lo permetteranno — alla loro rimozione. Ma davvero è possibile toccare tombe “anonime” senza sapere chi vi riposa?

Domande scomode su trasparenza e rispetto

Siamo sicuri che tutto ciò sia in linea con la tutela dei beni culturali? Il Ministero della Cultura, nel documento ufficiale “La tutela culturale dei cimiteri comunali” afferma chiaramente che i cimiteri storici sono da considerarsi beni culturali, e dunque sottoposti a un’attenzione particolare, non solo dal punto di vista urbanistico ma anche morale. Aprire tombe senza sapere chi vi è sepolto, per fare spazio ad altri, rischia di rappresentare non solo una forzatura legale, ma anche una ferita etica per la comunità.

Perché non trovare nuovi spazi?

Il problema è reale: i loculi mancano, e il Comune di Marino si è trovato costretto a trovare una soluzione urgente. Ma questa soluzione — raschiare il fondo del cimitero storico per far posto ai nuovi defunti — sembra più una scorciatoia che un piano a lungo termine. Servirebbe, piuttosto, un investimento serio sull’ampliamento, magari sfruttando altre aree, invece di scalzare i morti “più vecchi” come fossero occupanti abusivi.

La morte non è uno sfratto con preavviso di 50 anni”, dicono indignati alcuni cittadini. E in effetti, viene da chiedersi se a finire sotto terra debba essere la dignità, prima ancora che le salme.

Chi decide cosa vale la memoria?

Il provvedimento esclude, fortunatamente, le salme di caduti di guerra o defunti con onorificenze civili o militari. Ma viene da chiedersi: chi decide chi “merita” di rimanere e chi no? E soprattutto, come è possibile che non ci sia un Collegio dei Probiviri, né un organo “super partes” che possa valutare la regolarità di una simile operazione? Questo forse succede perché i morti non protestano. Ma chi resta vivo, oggi, avrebbe tutto il diritto di farlo.

Non è solo una questione di posti liberi o di regolamenti da rispettare. È una questione di rispetto, memoria, cultura. E forse anche di decoro istituzionale. Perché un cimitero monumentale non si tratta come un deposito da svuotare quando serve spazio. Si onora. E si preserva.

  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino
  • cimitero monumentale Marino