Draghi si irrita con i partiti. E chi se ne frega non lo pensa?

Chissà a quanti italiani interessa il fatto che Mario Draghi si irrita per quel che gli combinano i partiti. E’ davvero curioso che il premier faccia trapelare di essere arrabbiato per gli emendamenti approvati nelle commissioni parlamentari.
Come se ci fosse un dogma che rende intangibili i decreti di SuperMario. Ma non è così, perché semmai il governo deve accontentarsi dei voti di fiducia che ottiene dal Parlamento, che certo non può essere ridotto al silenzio.

Se Draghi si irrita …
Viene allo scoperto una tentazione tutta tecnocratica contro la politica. Draghi non sopporta che i partiti si sentano liberi di votare ciò che ritengono giusto e quindi “si irrita”. Molto pittoresco…
Quelli che votano gli emendamenti in Parlamento sono uomini e donne votati dal popolo italiano con il gradimento espresso alle liste che li hanno candidati. A differenza del premier non votato da nessuno, esprimono valori, idee e anche interessi legittimi che trovano nel voto parlamentare la rappresentanza.
Eppure, il presidente del Consiglio non se ne capacita. Per lui i ministri si devono accontentare di leggere in cinque minuti i provvedimenti che ricevono poco prima delle riunioni di governo. Ma non è questo il metodo giusto, soprattutto con una maggioranza eterogenea come quella che supporta e sopporta Mario Draghi.
L’ombrello di Mattarella
Anche con l’ombrello di Sergio Mattarella, il governo deve soggiacere alle regole della democrazia parlamentare. E se ci sono emendamenti che la maggioranza approva è perché Draghi e i suoi ministri pensano di imporre alla coalizione di governo le loro volontà senza confronti reali.
Lo stesso Mattarella, al momento della riconferma al Quirinale, ha invitato l’esecutivo a rispettare il Parlamento, e lo ha fatto con toni che non erano stati usati con la stessa forza nei sette anni precedenti.
Ora è il tempo di capire – soprattutto ad un anno dalle elezioni politiche e in pendenza di referendum delicatissimi come quelli sulla giustizia – che i partiti esistono e nessuno se ne può fregare. Altrimenti i capitomboli parlamentari si ripeteranno a iosa. Altro che irritazione…