Mascherine all’aperto, a Roma è caos. Per i Vigili vale il DPCM, per Zingaretti vanno portate sempre

A forza di decreti, ordinanze e norme sempre più contorte siamo arrivati al vero e proprio caos. Nel tentativo di arginare la ripresa della pandemia infatti il governo sta ripercorrendo la strada già vista in primavera. Proroga dello stato di emergenza e limitazioni via via crescenti alla libertà personale. Giustificate dalla tutela della salute pubblica e dalla situazione eccezionale. Se questo modo di procedere sia conforme o meno alla Costituzione, non spetta a noi dirlo. Anche perchè fior di professori e costituzionalisti si sono confrontati e scontrati sul tema in questi mesi. Ma certamente il proliferare di norme crea una grande confusione. Come sta avvenendo sull’obbligo di mettere sempre le mascherine. Anche all’aperto, come impone l’ordinanza del presidente del Lazio Zingaretti dello scorso 2 ottobre. Peccato però che l’ultimo DPCM sia di manica più larga. Infatti per il governo la mascherina deve essere sempre portata appresso. Messa in caso di ritrovi familiari dove non ci siano solo congiunti. Ma all’aperto, la formula diventa più morbida. E l’obbligo più sfumato. Così la Municipale di Roma se l’è cavata con una considerazione ovvia. La legge nazionale prevale su quella regionale, obbligo finito. Peccato però che qualora le regioni varino provvedimenti più restrittivi, questi prevalgano sulla legge nazionale. Cosi nessuno sa più cosa fare. E l’ennesimo pasticcio all’italiana è servito anche a Roma.

I Vigili urbani, mascherine all’aperto ma non sempre. Ed è bufera

La nota sarebbe arrivata a tutti i Gruppi della Municipale. Direttamente dalla Direzione del Coordinamento normativo del Corpo. “L’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Lazio non trova più applicazione”, reciterebbe la circolare. Perché nel frattempo la legge nazionale ha dettato nuove regole sull’obbligo o meno di indossare le mascherine anche all’aperto. Infatti l’ultimo recentissimo decreto contiene una eccezione. Per i casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento da persone non conviventi. Formula ambigua, senza dubbio. Di difficile interpretazione ed applicazione. Ma evidentemente sufficiente a far dire alla Municipale che l’obbligo in senso stretto di coprirsi la faccia all’aperto era superato. Peccato però che lo stesso DPCM contenga una frase sibillina. Qualora le Regioni intendano adottare regole più severe, sono libere di farlo. Ecco allora che dalla Pisana passano al contrattacco. Il divieto vale sempre, sono i Vigili ad aver preso un abbaglio. E la confusione regna sovrana.

https://www.ilmessaggero.it/roma/news/mascherine_aperto_quando_gaffe_vigili_roma_circolare-5521473.html

Sospetti e veleni dopo l’adesione alla ‘marcia di San Giovanni’. Ma dovremmo essere in democrazia

Dopo l’adesione del sindacato UGL della Polizia locale di Roma Capitale alla ‘marcia di San Giovanni’ e la circolare sulle mascherine all’interno del Corpo sembra essere scattata la stagione dei veleni. Infatti c’è chi vorrebbe fare di tutta l’erba un fascio. Sostenendo che all’interno della Municipale vi sia una posizione ‘negazionista’. Almeno da parte di chi ha partecipato a quella manifestazione. Dove i Vigili si sono ritrovati in piazza con i ‘no Vax’ e gli oppositori della tecnologia 5G. In realtà però, dovremmo ancora essere in una democrazia. Se una circolare è sbagliata, ammesso che lo sia si fa ammenda e la si cambia. Ma il reato di opinione è una cosa brutta, che ci riporta ad altri tempi. E perseguire le libere idee altrui è proprio dei regimi autoritari. Speriamo davvero che i nove mesi di proroga dello stato di emergenza (unico caso nel mondo occidentale) non ci abbiano portato fino a questo punto.
La doppia ‘marcia su Roma’. Alla Bocca della Verità Forza Nuova e Pappalardo, a San Giovanni i Sovranisti e Montesano