Così la regione Lazio ha esposto i medici al rischio mascherine

Mascherine medici

Presuntuosi, arroganti, prepotenti, come definire quelli della regione Lazio che per un anno hanno esposto i medici a pericoli con mascherine inadeguate? Perché Alessio D’Amato, fido assessore di Nicola Zingaretti alla sanità, non ha voluto ascoltare gli allarmi lanciati dalla Cisl medici?

Se lo avesse fatto probabilmente la regione Lazio si sarebbe risparmiata l’ennesima figuraccia con le mascherine. Stavolta quelle pericolose, con tanto di sequestro della Guardia di Finanza.

Quelle mascherine ai medici

E’ stato infatti ordinato l’urgente ritiro di alcune tipologie di mascherine, l’immediata sospensione dell’utilizzo delle stesse e la riconsegna di tali mascherine ai magazzini.

Eppure qualcuno aveva contestato quel tipo di materiale e lo aveva immediatamente segnalato ad una regione sorda. Oltre un anno fa!

13 mesi fa la Cisl Medici criticò il decreto legge Gualtieri che autorizzava il ricorso anche alle mascherine chirurgiche, quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori sanitari. E stabilendo che fossero utilizzabili anche quelle prive del marchio CE previa valutazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

“Non scherziamo sulla pelle dei malati. Non scherziamo sulla pelle dei medici, degli infermieri e degli altri operatori della sanità a forte rischio di contrarre un contagio”. Lo scrivevano i segretari di Cisl Medici Lazio e Cisl Medici di Roma Capitale/Rieti pretendendo chiarezza e non la “fantasia applicata alla sanità”.

Nei mesi successivi la Cisl Medici nel Lazio lo aveva chiesyo incessantemente e pubblicamente all’Assessore alla Sanità. ”Intervenire autorevolmente a tutela della salute pubblica perché gli operatori tutti e i cittadini hanno bisogno di chiarezza e garanzia”. Richieste rimaste inascoltate e mai riscontrate.

L’allarme della Cisl

Ancora pochi giorni fa in un comunicato il segretario della Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi, dava notizia di una mail del 5 aprile indirizzata alla Regione Lazio, con la quale aveva chiesto urgenti chiarimenti sulla distribuzione  al personale sanitario di DPI-mascherine recanti sulla confezione le dicitura “For Medical Use Prohibited” – “Non MedicalUsage” – “Non medical” ed altro analogo significato.

Infatti, scriveva la Cisl Medici Lazio nella pec alla quale non è stato dato alcun riscontro, “Nonostante sia passato ormai moltissimo tempo da quando nei primi mesi del 2020 la carenza di mascherine era drammatica, ancora oggi a distanza di oltre un anno dalla prima fase della pandemia perdura la distribuzione di DPI recanti in confezione tali dichiarazioni”.

La Cisl Medici “a tutela della salute e sicurezza dei propri iscritti e degli operatori sanitari” aveva chiesto “una specificazione di appropriatezza di tali DPI nel contrasto alla diffusione del contagio della infezione da Sars CoV2” e “alla Regione Lazio di indicare se tali DPI sono conformi ed appropriati all’uso negli ospedali e nelle altre strutture sanitarie”.

Ieri la notizia del provvedimento di sequestro. Ogni commento appare superfluo.