Il problema di Matteo Salvini si chiama Mario Draghi, non Giorgetti

Matteo Salvini Giorgetti Draghi

Milioni di italiani seguono Matteo Salvini e vorrebbero continuare a farlo. Ma serve dare loro certezze sull’azione politica che il leader propone al partito. Sono state ore col fiato sospeso quelle che hanno preceduto il consiglio federale, l’organo di vertice della Lega, preceduto dal rullo dei tamburi.

Finita la riunione, chi osserva ha diritto di capire che cosa succederà ora, visto che lì dentro sembra che non sia accaduto nulla. Certo, c’è stata la ramanzina a Giancarlo Giorgetti, ministro e vicesegretario. I dirigenti del “federale” a scambiarsi gomitate e occhiolino, “quante gliene ha dette”, ma poi resta il dubbio: e adesso?

Matteo Salvini tra Giorgetti e Draghi…

Il problema di Salvini non è Giorgetti, ma Mario Draghi. Oddio, se il numero due del partito evitasse certe prese di posizione forse sarebbe meglio, anche se non bisogna mai trascurare le opinioni differenti. Ma la questione da risolvere è quella del rapporto con il premier. E una rilevante forza politica se lo deve porre.

A metà dicembre ci sarà una grande – almeno nelle intenzioni – assemblea programmatica della Lega. Immagino ci saranno documenti. Tutti sotto il microscopio della grande stampa. Sicuri che tutto andrà come desidererebbe Palazzo Chigi, dove vogliono i partiti addomesticati?

Ecco, la vera questione per Matteo Salvini. Al governo ci stai se conti. Se il premier vuole contare solo lui, si deve aprire un grande problema. Che si chiama politica. Che non è solo il potere, ma attiene anche alla dignità dei gruppi dirigenti e all’immagine che danno di sé agli elettori.

Che fare del partito

Al consiglio federale, Salvini si è ripreso il partito, ma deve decidere che ci fa. Se si convoca il vertice leghista e non succede nulla di concreto, difficile capire che cosa possa accadere da domani.

Se tutti dicevano di avercela con Giorgetti, questi è entrato nella “riunione decisiva” da ministro e vicesegretario e ne è uscito come ministro e vicesegretario. Quindi, si chiede chi guarda, che cosa è cambiato per far diventare tregua quella che appariva come una guerra?

Può darsi che entrambi i contendenti abbiano capito che il problema sia proprio Draghi, a cui tiene più Giorgetti che Salvini. Ma se stare al governo indebolisce la Lega, poi che te ne fai di un premier così?

O la Lega conta nell’azione dell’esecutivo, o non serve stare appollaiati a qualche ministero.