Giustizia alla Palamara contro Salvini. Ecco dove puntano

Salvini Palamara

Sono gravi i reati commessi da Matteo Salvini, secondo il teorema Palamara. In un paese dove la magistratura rossa non la tocca nessuno, governare senza il permesso del signor giudice è roba da codice penale. Osi difendere i confini nazionali dall’immigrazione clandestina? Hai ragione ma devi essere attaccato. Essere sgradito alla sinistra, poi,  è un orrore che devi pagare in galera.

Ma andate davvero al diavolo se pensate che questa sia giustizia. E nemmeno bisogna prendersela più di tanto col magistrato che ha deciso che dal 15 settembre Salvini dovrà rispondere dei reati (finti) di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.

Modello Palamara contro Matteo Salvini

No, sotto accusa e in maniera villana va messa quella politica che ha votato per il processo. E senza trascinare in tribunale chi con Salvini, nel primo governo Conte, stava dalla sua parte salvo poi ribaltare il fronte alleandosi con la sinistra più faziosa della terra.

La decisione del giudice di Palermo semmai sorprende perché a Catania qualche giorno prima l’accusa chiede il proscioglimento del leader leghista e invece ora lo mandano a processo. Sequestro di persona no, sequestro di persona si. È la giustizia, bellezza, quella del terno al lotto. Come si dice? Ah si, la legge è uguale per tutti.

La cosa più intrigante sarà la lista testi che dal 15 settembre in poi dovranno sfilare in tribunale. Sarà uno spettacolo imperdibile, da accompagnare con i tamburi. Se Giulia Bongiorno, avvocato di Matteo Salvini, dovesse convocare l’ex ministro Danilo Toninelli, a lui faremo la Ola ogni volta che pronuncerà la frase “non ricordo”. Al processo un teste deve dire la verità: si prepari bene. Lui e l’avvocato del popolo, Giuseppe Conte, che magari i guai giudiziari li teme anche dalla procura della Repubblica di Bergamo. Per un reato un tantinello più grave, si tratta di una maledetta pandemia che ci perseguita dallo scorso anno e sulla quale lui ha fatto ben poco. A differenza loro, qui ricordiamo tutto.

Ovviamente esultano gli estremisti rossi e persino qualche parlamentare di maggioranza – lato sinistro – che avrebbe fatto quantomeno bene a stare zitto.

Solidarietà sincera da Giorgia Meloni

E qui ha davvero fatto bene Giorgia Meloni a pronunciare parole di solidarietà sincera a Salvini, perché è davvero scioccante – parole sue – un processo per aver fatto il proprio dovere. E la Meloni stava all’opposizione allora come oggi, non è quindi la sua una tesi espressa a seconda della convenienza del momento politico. Chapeau.

E semmai è quella bruttissima foto di Enrico Letta con il fondatore della Open Arms spagnola a stonare nei giorni della decisione sul rinvio a giudizio del capo della Lega. Ma non ce la fa proprio l’esule  rientrato in Patria a vegliare sulla carcassa del Pd a tenere il pedale sul freno. Vergogna.

Comunque mettiamoci bene in testa che la manovra che partirà dal 15 settembre a Palermo vedrai i suoi registi puntare su una condanna superiore ai due anni. Perché non gli serve la galera, per togliersi di mezzo Salvini hanno bisogno della legge Severino. E’ peggio della giustizia alla Palamara.