Gasparri: che vergogna la fuga dell’Occidente da Kabul

Occidente Kabul

L’Occidente sa soltanto organizzare la fuga dalle ambasciate di Kabul. Una capitolazione vergognosa che tra l’altro offende le migliaia e migliaia di caduti, anche italiani, che in vent’anni hanno pagato con la loro vita la difesa della libertà in Afghanistan. I nostri caduti sono stati 53 e troppi se ne sono dimenticati.
Colpisce, nel quadro della viltà complessiva dell’Occidente, il silenzio che accompagna la decisione americana, condivisa da tutti gli altri Stati, di tanti esponenti politici che nei vari Paesi sono pronti a volere questa o quella legge a presunta tutela di questa o quella minoranza, ma restano in silenzio di fronte ai massacri e agli stupri che si stanno verificando in Afghanistan.

Occidente in fuga e in silenzio per Kabul

Si parla dalla mattina alla sera della legge Zan e di una presunta omofobia ma nulla di dice degli stupri e dei sequestri praticati dai talebani.

Si può stare zitti di fronte al ritorno del fondamentalismo islamico? Della sharia, di altre forme di vessazione di ogni persona? Quale sarà il destino dei bambini e delle donne afghane, ma di tutta la popolazione di quel territorio nelle mani dei talebani? Una vergogna assoluta.
E il silenzio e la complicità di troppi sono vergognosi come la violenza dei talebani.
I cinesi ordiscono già le loro strategie. Presenti con investimenti massicci in Africa, le autorità comuniste di Pechino lavorano già ad intese con i gruppi islamici peggiori per chiudere il mondo libero in una tenaglia. Altri pericoli all’orizzonte.
Ma l’Occidente davanti a tutto ciò fugge ancora una volta da Kabul. Vite sacrificate e risorse ingenti investite per poi lasciare il campo ai tagliagole e agli assassini talebani. Una disfatta di fronte alla quale non si può tacere. E il parlamento italiano? Quando affronterà questa emergenza? Bisogna fare qualcosa subito.

Il ritorno dei talebani rianima il terrorismo islamico

Proporre alla comunità internazionale un ripensamento su questa fuga. Il ministro della Difesa Guerini è apparso sempre consapevole dei rischi di questo ritiro imposto dagli americani. Ma alla Farnesina quando avremo un ministro degno di tal nome e non uno che può riempire al massimo un cruciverba sulla spiaggia? Le affermazioni vaniloquenti dell’ex senza lavoro grillino sono apparse patetiche.
Ma anche il silenzio di Draghi francamente ci rattrista e ci preoccupa. Una personalità così attenta agli equilibri internazionali e così ascoltata ad ogni livello non può ignorare quanto sta accadendo. Uno statista, un vero politico affronta le crisi più delicate, non le ignora con lo spirito burocratico di un funzionario di seconda fila.
Il ritorno dei talebani in luoghi simbolici rianima la sfida del terrorismo islamico. Rappresenta una rafforzata e rinnovata minaccia alla nostra libertà, alle nostre vite. Gli Stati Uniti hanno imposto la resa da tempo di Obama fino a quello della controfigura Biden. Il resto del mondo è rimasto in silenzio, condividendo la responsabilità di questo scempio.
Kabul sarà peggio di Saigon.

*senatore di Forza Italia