Medici in trincea negli ospedali romani. Ucraino con una sbarra danneggia 17 auto e un’ambulanza

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Medici in trincea da quando gli ospedali sono a rischio. L’ultimo episodio poche ore fa. Era arrivato al San Filippo Neri la notte tra martedì e mercoledì per essere sottoposto a un tso ma l’uomo, un ucraino di 39 anni, ha dato in escandescenze tanto che i sanitari hanno dovuto richiedere l’intervento dei carabinieri. Sul posto sono arrivati i militari della stazione Roma Ponte Milvio. Il 39enne ha prima aggredito una guardia giurata a calci e pugni e poi ha raggiunto il parcheggio dell’ospedale. Lì ha divelto una transenna, ricavandone una sbarra, e ha danneggiato 17 auto e un’ambulanza. Infine ha opposto resistenza ai carabinieri che lo hanno arrestato con le accuse di danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale.

Medici e infermieri continuamente aggrediti

Ma questi episodi da qualche anno non si contano più. Medici, infermieri, personale dell’ospedale aggrediti impunemente all’interno dei nosocomi. E nessuno può farci nulla. E succede in tutta Italia, senza preferenze regionali. Pochi giorni fa il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha evidenziato la prima conseguenze per l’impotenza dello Stato. “Abbiamo fatto partire già due o tre concorsi per trovare medici per i pronto soccorso, e non si presentano. Non partecipano più ai concorsi perché è diventato davvero difficile impiegare personale medico nelle strutture delle emergenze urgenze”. Incredibile, concorsi per medici dell’emergenza che vanno deserti. Eppure nel bando di concorso tra i requisiti non c’è scritto “disponibilità a ricevere mazzate da chiunque”. Dunque non si capisce per quale motivi questi concorsi debbano andare deserti.

Deserti i concorsi per medici d’emergenza

Forse mancano gli specialisti per una errata programmazione? Forse mancano gli specialisti perché questo lavoro è scarsamente remunerato? Ed è pure ad alto rischio di contenzioso medico legale e di mazzate fisiche. Forse mancano gli specialisti dell’emergenza perché i giovani medici hanno fiutato l’aria. E hanno capito che finirebbero nella prima linea di una vera e propria guerra e dunque non prendono in considerazione questa specializzazione. O forse perché i medici hanno capito che la maggior parte delle aziende sanitarie, anziché tutelarli in ogni modo, spesso e volentieri li trattano come fossero una categoria marginale. O forse perché certa classe politica, abituata a tagliare i nastri delle inaugurazioni più che ad inaugurare nuove stagioni di impegno civile, li ha praticamente abbandonati a se stessi.

Medici abbandonati a sé stessi

Il ministro della Salute Roberto Speranza, pur a fronte dei numerosi, ripetuti e sempre più gravi episodi di aggressione al personale medico e infermieristico, non sembra volere procedere con la decretazione d’urgenza. E ha annunciato: “Se lavoreremo con spirito unitario – ha dichiarato il ministro – credo che entro la fine del prossimo marzo potremo condurre in porto l’approvazione della nuova norma che inasprisce le pene e istituisce l’osservatorio permanente”. Di motivazioni sul perché il settore dell’emergenza-urgenza è in crisi ce ne sono tante e la situazione andrà sempre peggiorando.

Politica sanitaria tutta da ripensare

Non si intravede insomma una via di uscita nell’ambito della politica sanitaria. Se poi ci si mette anche la magistratura a contribuire a rendere ancor più difficile e demotivante il proprio impegno professionale. Talvolta gli aggressori non sono stati perseguiti perché agivano in stato d’ansia. La Cisl Medici Lazio da mesi va ripetendo tolleranza zero ed inasprimento delle pene per gli aggressori negli ospedali. L’ultimo episodio ieri. Un 44enne napoletano, ricoverato nell’ospedale San Sebastiano di Correggio (Reggio Emilia), si è svegliato in piena notte e ha preteso un caffè, incominciando ad inveire contro il personale medico, fino ad arrivare ad aggredire con un pugno la guardia giurata di servizio nel nosocomio, intervenuta per calmarlo. La guardia, un 50enne residente nel reggiano, ha riportato un trauma contusivo alla spalla, con una prognosi di 6 giorni. I carabinieri della stazione di Correggio hanno denunciato il 44enne,  residente a Reggio Emilia, alla procura, per il reato di lesioni. Come finirà?