Meloni: “Giornata proficua, si possono fare riforme condivise” (video)


Il dialogo sulle riforme non decolla, solo Italia viva apre in maniera convinta all’elezione diretta del premier – una delle due opzioni proposte dal governo – mentre Pd, M5s, Più Europa e Verdi-Sinistra bocciano la scelta presidenziale del premier Giorgia Meloni e rimandano la palla nell’altro campo. Elly Schlein, in particolare, chiarisce che la possibilità di un confronto dipende innanzitutto dall’atteggiamento del governo, aggiungendo che le mosse fatte fin qui non aiutano

Più ottimista la premier che parla di una giornata di confronto “proficua” e “molto interessante” nel corso della quale il governo si e’ confrontato con le opposizioni nel tentativo di arrivare a “una condivisione il piu’ ampia possibile” sulle riforme necessarie a rendere la democrazia italiana “piu’ matura ed efficiente”.

In effetti ci sarebbe una “minore opposizione” sull’ipotesi dell’elezione diretta del presidente del Consiglio e, invece, “una chiusura abbastanza trasversale, piu’ netta, sui sistemi di modello presidenziale e semipresidenziale”. 

 

“Non abbiamo proposto una soluzione preconfezionata, non ci siamo presentati con una nostra proposta – ha spiegato Meloni nel corso della conferenza stampa finale -, perche’ ritenevamo fosse importante dialogare con le altre forze politiche, che voglio ringraziare perche’ il dialogo e’ stato molto aperto, franco, ma anche collaborativo”.

Quello a cui il governo mira, “fermo restando l’impegno che ci siamo presi coi cittadini a rimettere il piu’ possibile la sovranita’ nelle loro mani, e’ garantire una democrazia piu’ matura, che non abbia i problemi di instabilita’ che abbiamo visto e che non ha eguali nelle altre grandi democrazie occidentali”. “Tutti quanti si rendono conto che l’instabilita’ della politica italiana ha prodotto danni molto importanti alla nazione”, ha proseguito Meloni, “perche’ nei primi 20 anni del nuovo millennio, mentre l’Italia cresceva di quattro punti percentuali di Pil, Germania e Francia crescevano di 20 punti”. “Probabilmente – ha sottolineato – c’e’ qualcosa che non funziona nel sistema, ed e’ l’instabilita’, perche’ a un orizzonte corto corrisponde una politica di respiro corto”.