Meloni: “Non vaccinerò mia figlia, il vaccino è una medicina non una religione”

“Non vedo grandissimi risultati del governo, l’Italia è la nazione, nel mondo, che ha messo i provvedimenti più aggressivi, oggi ha il più alto tasso di contagi e con il più alto tasso di morti. Servivano questi provvedimenti?”.
Lo ha detto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervistata dal direttore della Stampa, Massimo Giannini. “Stiamo facendo delle cose surreali che non hanno alcuna base scientifica. Io non vaccino mio figlia, il vaccino non è una religione, è una medicina, uno strumento. La possibilità per un minore di morire di Covid è pari allo zero virgola. Il vaccino non ferma il contagio, io mi vaccino per me stessa”, ha aggiunto. La piccola Ginevra, figlia di Giorgia Meloni e del giornalista Andrea Giambruno, ha 5 anni e mezzo e quindi potrebbe essere già vaccinata.
Meloni ha scelto di non far inoculare il vaccino alla figlia
La posizione della Meloni sul vaccino ai bambini va in controtendenza rispetto alle raccomandazioni del governo. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, a Sky TG24, ha già prospettato il vaccino contro il Covid per la fascia di età 0-5 anni. «Potrebbe essere ragionevole ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione», ha detto Locatelli. «Ovviamente – ha aggiunto – le agenzie regolatorie sono chiamate a formulare il loro parere autorizzativo in funzione dei dati che verranno a cumularsi rispetto a quello che è il profilo di sicurezza, ma qui personalmente non ho la minima perplessità».

Locatelli: “Oltre un milione e 200mila bambini vaccinati, non c’è pericolo”
«Ricordiamo che ormai siamo a un milione e 200 mila bambini vaccinati nella fascia 5-11 anni nel nostro Paese, e che non sono stati segnalati casi che possono destare la minima preoccupazione. Abbiamo coperto questo 33% di bambini, e non dobbiamo dimenticarci che, seppure eccezionalmente, purtroppo, e ne abbiamo avuto triste dimostrazione nell’ultima settimana, ci possono essere dei casi addirittura fatali anche nell’età pediatrica, quindi il messaggio forte è quello di continuare a perseguire la politica delle vaccinazioni».
Il professor Locatelli ha anche spiegato che saranno certamente previste due dosi, e che «gli studi che sono condotti con i vaccini disponibili in questa fascia d’età prevedono un dosaggio ridotto anche rispetto a quello previsto per i bambini tra i 5 e gli 11 anni”. “Una volta che avremo i dati – ha concluso – saremo anche più precisi rispetto anche a quello che è l’inizio della campagna vaccinale in questa fascia d’età”.