Meloni, reddito di cittadinanza come metadone di Stato. E la sinistra si straccia le vesti

Il reddito di cittadinanza è come il metadone di Stato. Che non migliora la condizione del tossicodipendente, ma lo mantiene esattamente nella situazione in cui si trova. Così come il provvedimento fortemente voluto dai grillini nel primo governo Conte, non aiuta chi è povero a trovare un lavoro o a riscattarsi socialmente. Ma lo fa semplicemente sopravvivere. Questi i concetti espressi in occasione del meeting di Cernobbio dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Parole che hanno subito fatto stracciare le vesti al Pd e al M5S, facendo ricordare un celebre motto del mai troppo compianto Indro Montanelli. “La sinistra ama talmente tanto i poveri, che ogni volta che va al potere li aumenta di numero”.

Il punto della polemica è sempre lo stesso. Dare qualche centinaia di euro al mese a chi è più povero, può nell’immediato tamponare l’emergenza. Ma alla lunga, così si rischia di togliere la voglia a decine di migliaia di giovani di trovarsi davvero un lavoro. E tutti i soldi usati per finanziare il provvedimento, potrebbero essere impiegati per ridurre le tasse. E creare autentica occupazione. Ultima analisi, anche i tutor sono stati un fallimento. E cioè i disoccupati assunti e formati per trovare lavoro ad altri disoccupati. Chiaro che non potesse funzionare. E sugli oltre 18 miliardi di euro stanziati o previsti nel bilancio pluriennale dello Stato per il reddito di cittadinanza la polemica politica non potrebbe essere più rovente.

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A favore della Meloni parlano i numeri. Il reddito di cittadinanza non funziona

A favore della posizione nettamente contraria al reddito di cittadinanza espressa dalla Meloni parlano i numeri. Forniti direttamente dall’Inps e dall’Istat, e quindi non sospettabili di un giudizio di parte. Ebbene, secondo l’istituto diretto da Roberto Tricarico, nel biennio 2018 2019 la suddetta misura ha coinvolto 3,7 milioni di beneficiari. Due terzi di questi però, pari a 2,4 milioni, non risulterebbero presenti negli archivi Inps degli estratti conto contributivi. In parole povere, 2 percettori su 3 del reddito di cittadinanza nel periodo in esame non solo non hanno trovato lavoro, ma non lo hanno neppure cercato.

Ulteriore dato. Tolti minori, portatori di disabilità e persone con problemi di inclusione sociale, solo un milione di beneficiari del sostegno sarebbero effettivamente indirizzabili ad una attività lavorativa. Ma secondo le statistiche Istat, il 72% di questi ha solo la licenza media. E dunque si trova escluso di fatto da moltissimi mestieri e professioni. In tutto questo, l’indice di povertà 2020 e’ aumentato, e gli indigenti sono passati da 4,6 a 5,6 milioni. Dati alla mano, è davvero difficile dare torto alla Meloni. Anche se a qualcuno la verità, pare andare ancora una volta di traverso.

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