Metro A come un carrobestiame: “Treni ogni sette minuti, Gualtieri racconta una Roma che non esiste”

Metro A di Roma peggio di un carrobestiame, con i pendolari stretti come sardine, o peggio, pressati come tonni nella scatoletta, al caldo, bagnati fradici di sudore. Un’altra mattinata da incubo per chi si è affidato alla linea A della metropolitana di Roma. Sette minuti di attesa tra un treno e l’altro, il doppio di quanto previsto dal programma ufficiale ATAC per i giorni feriali estivi. Un tempo che, in un contesto di grandi città europee, può sembrare minimo. Ma a Roma, con convogli sovraffollati, sette minuti si trasformano in un’agonia quotidiana per migliaia di pendolari.
Banchine gremite, passeggeri compressi come sardine, tensione crescente. Scene da carrobestiame che si ripetono ogni giorno, mentre il servizio pubblico della Capitale continua a mostrare segni evidenti di cedimento. Le promesse di efficienza e potenziamento del trasporto, più volte sbandierate dall’amministrazione comunale, si scontrano con una realtà sempre più difficile da ignorare.

La denuncia di Carpano: “La Roma reale è un’altra”
A sollevare la questione con forza è il consigliere comunale di Forza Italia, Francesco Carpano, tra i pochi in Assemblea Capitolina a denunciare sistematicamente le storture del trasporto pubblico romano. Carpano punta il dito contro il Sindaco Gualtieri, accusato di raccontare sui social una città patinata e distante dalla vita vera dei cittadini.
Secondo Carpano, mentre i romani si accalcano sui vagoni o restano bloccati sulle banchine, il primo cittadino continua a dipingere una Roma virtuosa, moderna, “europea”, attraverso post e video su Instagram. Una narrazione che stride fortemente con le immagini dei disagi documentati ogni giorno dagli utenti, esasperati da ritardi, guasti e sovraffollamento.
Smart working solo sulla carta, Roma con la metro A da terzo mondo
Tra le misure più citate dal Campidoglio per alleggerire la pressione sul trasporto pubblico, c’è lo smart working. Un’idea utile, almeno sulla carta, per ridurre gli spostamenti e distribuire meglio l’utenza durante le ore di punta. Ma anche questa soluzione, secondo Carpano, è rimasta un annuncio senza seguito.
Nessuna reale pianificazione, nessun monitoraggio concreto. Il lavoro da remoto, dove possibile, è lasciato alla buona volontà di enti e aziende. Intanto, ogni mattina, la rete di trasporti cede sotto il peso di una domanda che resta altissima. E i treni, già in numero insufficiente, diventano inaccessibili al primo accumulo di ritardo.
Un sindaco più attento ai social che ai binari della metro A di Roma
Il consigliere Carpano non usa mezzi termini: servono meno spot e più gestione. La priorità non può essere la comunicazione social, ma l’affidabilità dei servizi essenziali. Un’amministrazione seria dovrebbe ascoltare i cittadini, intervenire sui problemi strutturali, garantire puntualità e sicurezza.
Invece, denuncia Carpano, il governo cittadino appare distratto, più preoccupato della propria immagine che della qualità della vita dei romani. E mentre le foto dei disagi circolano in rete, accompagnate da orari ufficiali disattesi, chi guida la Capitale continua a non dare risposte concrete.
La Roma che non c’è
Il contrasto tra la Roma raccontata da Gualtieri e quella che vivono i cittadini si fa ogni giorno più stridente. Il caso della Metro A non è un’eccezione, ma la regola. È il simbolo di una città che fatica a garantire i suoi servizi di base, in cui anche prendere un treno diventa un’impresa. Dove la distanza tra propaganda e realtà non si misura più in chilometri, ma in minuti di attesa. E in nervi sempre più tesi.
