Metro B, ancora un ascensore rotto. E i Vigili del Fuoco devono soccorrere un disabile

Ancora un ascensore rotto in una stazione della metro. Questa volta è successo sulla linea B, allo scalo di Rebibbia. E un disabile all’oscuro di tutto è rimasto bloccato nel sottosuolo. Per farlo risalire in superficie sono dovuti intervenire i tecnici dell’Atac, che a loro volta hanno chiesto aiuto ai Vigili del Fuoco. L’azienda capitolina della mobilità si è scusata par il disservizio. E si è difesa dicendo che la segnalazione dell’ascensore non funzionante era stata inserita sul sito online dell’infomoblita’. Che altri avvisi erano stati dati tramite altoparlante, e affissi in stazione. Sicuramente sarà così, ma non tutti possono comunque accedere a queste informazioni. E soprattutto, i numeri di elevatori e scale mobili rotti o in manutenzione sono impressionanti. Così come la lentezza nelle riparazioni.

Nel caso di Rebibbia ad esempio, sempre Atac ha fatto sapere che l’ascensore è fermo per la scadenza del periodo di esercizio trentennale. Al termine del quale serve sostituire i pezzi e rinnovare l’impianto. Cosa che sarebbe anche stata fatta. Ma manca il collaudo. Misteri della burocrazia insomma. Perché basterebbe mandare un tecnico autorizzato, che certifichi gli avvenuti lavori. E premere di nuovo il pulsante dell’accensione. Invece niente. E i soggetti fragili così come i disabili rischiano ogni giorno di rimanere intrappolati. Alla faccia del diritto alla mobilità riconosciuto in Costituzione.

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Sulla metro di Roma decine di ascensori e scale mobili rotti o in manutenzione. La protesta delle associazioni dei disabili

I numeri delle scale mobili e degli ascensori rotti o in manutenzione nelle diverse linee delle metropolitane di Roma sono impressionanti. Ed è la stessa azienda capitolina della mobilità a fornire i dettagli di un quadro a di poco sconfortante. È sufficiente infatti scorrere la pagina del sito dell’Atac per rendersi conto che Roma e i suoi trasporti pubblici non sono a disposizione di chi ha difficoltà. In tutto gli impianti fermi per scadenza trentennale, per lavori o in attesa di collaudo, sono 48. Altri 50-60 sono fermi per manutenzione e circa 48 sono bloccati per i percorsi Covid di contingentamento. Una strage insomma. Come fa notare Ileana Argentin, che si muove in carrozzella. E che è stata anche consigliera comunale di Roma e deputata. Oltre che promotrice della legge ‘Dopo di noi’. Pensata per dare una risposta ai tanti disabili, che dopo la morte dei genitori restano letteralmente abbandonati. “Il fatto che Atac scriva sul proprio sito l’elenco delle fermate non accessibili non è una scusante. Qui si tratta della riduzione del diritto alla mobilità dei disabili. E se qualcuno pensa che la conseguenza sia dover restare a casa a guardare la televisione allora lo dica chiaramente, ma noi non ci arrendiamo». E alle proteste della Argentin hanno fatto eco le critiche alla mobilità di Roma capitale arrivate dalla ministra per la Disabilità Erika Stefani. “Quel che sembra una piccola inosservanza, come in questo caso il mancato collaudo dell’ascensore, comporta per queste persone una grave lesione dei diritti fondamentali», ha sottolineato l’esponente grillina. Chissà se alla Raggi saranno fischiate le orecchie.

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