Metro C, le talpe arrivano a Piazza Venezia. Raggi esulta, ma ha liquidato Roma Metropolitane

Le talpe della metro C sono arrivate a Piazza Venezia. Dopo aver completato il tratto centralissimo degli scavi dalla stazione archeologica di Colosseo. È certamente una buona notizia per la mobilità cittadina. Anche se i frutti di questo lavoro si vedranno tra diversi anni. Gli scavi erano stati sospesi a novembre del 2019, per la mancanza di fondi che consentissero di proseguire i lavori. Ricordiamo che a differenza di quanto avvenuto per la linea B verso Piazzale Jonio, sulla tratta C serve un intervento massiccio del governo. Altrimenti l’opera non si fa. Con i 10 milioni di euro arrivati in finanziaria gli scavi sono ripresi. E adesso l’ultimo diaframma che separava le scavatrici dall’arrivo a Piazza Venezia è stato abbattuto.

Talpe a Piazza Venezia  e la Raggi esulta. Ma l’opera è merito di ‘quelli di prima’

La sindaca Raggi ha esultato sul suo profilo Facebook, ma è giusto ricordare come quest’opera colossale sia stata iniziata e portata avanti (fino a S. Giovanni ndr) per volontà altrui. Visto che molte volte si danno le colpe a chi ha amministrato in passato. E magari una volta tanto sarebbe corretto riconoscerne anche i meriti. Ma il problema di tutto il progetto rimangono i costi. E i tempi lunghissimi di realizzazione. Per aprire la stazione archeologica di Piazza Venezia infatti si parla del 2025. E la scelta operata proprio dalla sindaca di liquidare Roma Metropolitane portando tutto dentro Atac (compreso il nuovo amministratore unico Mottura) non lascia per niente tranquilli.

La vera sfida per la Metro C sarà da Piazza Venezia a Farnesina. Ma ci vorranno soldi dal governo e volontà politica 

La vera sfida per la tratta C della metropolitana di Roma rimane sempre la stessa. Collegare due periferie con il centro storico. Con un tracciato che da Roma est arrivi alla zona Nord della Capitale. La prima parte è quasi fatta, anche se per vedere la fine dei lavori  a Piazza Venezia serviranno ancora quattro anni. Per il tracciato successivo invece serviranno tanti soldi. E una forte volontà politica anche a livello governativo. Lo ha ricordato l’assessore ai trasporti Pietro Calabrese, al quale va riconosciuta almeno l’onestà intellettuale di aver messo sul tavolo il problema. In più alcune stazioni come quella di Piazza della Chiesa Nuova sarebbero di difficile realizzazione. Per la stabilità dei palazzi circostanti. E per mettere in campo lo scalo di Piazza Risorgimento bisognerebbe addirittura aprire un capitolo a parte con il Vaticano. Anche per un eventuale nuovo accesso sotterraneo ai Musei. Tutte questioni già presenti nei progetti preliminari e definitivi della tratta. Che però in sede esecutiva dovranno essere risolti.

La grande partita del completamento della Line C e della chiusura dell’anello ferroviario

La grande sfida del completamento della linea C oltre la Farnesina fino a Grottarossa è certamente affascinante. Ma si parla davvero di un futuro lontano. E bisognerà vedere con quale tecnologia sarà realizzato il collegamento. Anche in relazione al contenimento dei costi e al carico di passeggeri previsto. Quest’opera riapre anche la questione mai risolta della chiusura dell’anello ferroviario. Con quella stazione di Vigna Pia lasciata a marcire dall’epoca dei mondiali di calcio del ‘90. Obiettivi ambiziosi e di ampio respiro, che verranno certamente affrontati dai prossimi sindaci di Roma. Sperando che chiunque venga eletto oltre a gestire meglio i bisogni quotidiani dei cittadini, restituisca a Roma il sogno di poter essere nuovamente un esempio in Italia e nel mondo.

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